Davanti all’Arco di Costantino sono ancora visibili i resti di un’antica fontana, la Meta sudans, costruita alla fine del I secolo d.C. dagli imperatori Flavi, di epoca contemporanea all’edificazione dell’Arco di Tito e del Colosseo.
La monumentale “meta sudante” era chiamata in tale modo per la forma conica che ricordava le mete degli antichi circhi, i traguardi che segnavano il punto di svolta per i carri alle estremità della spina centrale, e per il fatto che l’acqua stillava come sudore.
La fontana fu in uso fino al V secolo d.C. quando, con l’interramento della Valle del Colosseo, si iniziarono a ostruire i canali di deflusso delle acque. L’imponente rudere fu poi demolito negli anni Trenta per la creazione di via dei Trionfi. È stato possibile ricostruirne l’aspetto originario, grazie alle raffigurazioni monetali, alle foto di fine Ottocento e ai disegni eseguiti al momento della demolizione.
Era una fontana alta 18 metri, con un cilindro di base, rivestito di marmo e forse articolato in nicchie, con un elemento superiore conico, sormontato da un fiore o da una sfera. La leggenda vuole che alla Meta si recassero i gladiatori superstiti, per rinfrancarsi e detergersi le ferite dopo i giochi nel vicino Colosseo.
La struttura occupava un'area urbanisticamente molto rilevante, presso uno dei vertici del confine sacro della città romulea, all’incrocio di due strade connesse al percorso trionfale e nel punto di convergenza di quattro delle 14 Regioni in cui era suddivisa la Roma augustea nel 7 a.C. Nella stessa area, l'imperatore aveva già eretto una fontana più piccola, citata dalle fonti e rinvenuta nel corso di recenti scavi archeologici.
Informazioni
Location
Per conoscere tutti servizi sull'accessibilità visita la sezione Roma accessibile.