Cimitero sotterraneo pagano, situato all’interno della seicentesca Villa Casali, sul lato sinistro della via Appia Antica. E' costituito da otto distinti ipogei scavati a quote differenti, databile tra il III e gli inizi del V secolo d.C.
Prende il nome da Vibia che qui vi era sepolta insieme al marito Vincenzo.
La catacomba, ed in particolare l'ipogeo che le dà il nome, fu scoperto per la prima volta dall'archeologo Giovanni Gaetano Bottari nella tenuta del Casale della Torretta sull'Appia antica; egli pubblicò le pitture degli arcosoli nella sua opera Sculture e pitture sagre estratte dai cimiteri di Roma del 1754: queste pitture avevano la caratteristica di alludere a culti orientali non-cristiani legati al dio Sabazio e al dio Mitra, i cui culti si erano diffusi a Roma a partire dal II secolo.
La particolarità di queste pitture suscitò un ampio dibattito nell'Ottocento, quando l'archeologo gesuita Giuseppe Marchi le riscoprì tra il 1842 ed il 1847. Fino a quel momento infatti nessun archeologo o studioso accettava l'idea che nello stesso cimitero potessero coesistere tombe cristiane con tombe pagane. Alla fine del secolo, lo studioso di archeologia cristiana Enrico Stevenson si rese conto che l'intero complesso sotterraneo era composto da più ipogei privati, che erano stati collegati tra loro in epoche diverse. Infine, tra il 1951 ed il 1952, per conto della Pontificia commissione di archeologia sacra, il sacerdote Antonio Ferrua operò una serie di campagne di scavi che fecero luce su quello che per molti era ancora un vero e proprio mistero.
Il complesso catacombale si dispone su tre livelli, di cui il più antico è quello che si trova più in profondità, dove è situato l'ipogeo di Vibia, che dà il nome all'intero complesso. La catacomba ebbe vita breve ed è databile alla seconda metà del IV secolo. Essa è composta da otto distinti ipogei privati, ossia appartenenti a famiglie: non era dunque un cimitero comunitario cristiano come la maggior parte delle altre catacombe romane. Poiché siamo in un'epoca in cui il cristianesimo non era l'unica religione dell'impero, ma coesisteva con altri culti, è facilmente comprensibile che questa situazione socio-religiosa si rifletta anche nei cimiteri, soprattutto quelli privati: la sepoltura di membri di una stessa famiglia, o di famiglie imparentate tra loro, che appartenevano a culti diversi, spiega la presenza di tombe cristiane accanto a tombe pagane.
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