Gli Horti Sallustiani, così chiamati perché appartenuti allo storico Sallustio, costituivano, con i giardini e la villa, il più grande parco monumentale di Roma. Occupavano una vasta area compresa tra le odierne Via Salaria, Via Veneto, Via XX Settembre e le Mura Aureliane. Questa zona, appartenuta in precedenza a Giulio Cesare, fu acquistata da Sallustio nel 44 a.C. che la ingrandì facendone la sua residenza. Divenne di proprietà imperiale sotto l’imperatore Tiberio (14-37 d.C.). Sappiamo che Vespasiano amava soggiornarvi e che vi morì Nerva. Altri lavori al complesso furono realizzati dagli imperatori Adriano (117-138 d.C.) e Aureliano (270-275 d.C.). Quest’ultimo vi fece costruire un ippodromo dove era solito cavalcare. La villa subì gravi danni durante l’invasione dei Goti di Alarico nel 410 d.C. e non fu più ricostruita. Nell’immensa area del parco erano disseminati numerosi edifici, tra i quali un impianto termale e un tempio dedicato a Venere Ericina.
Presso l’odierna Piazza Sallustio sono visibili, alla profondità di 14 metri dal livello stradale, i resti di un grande complesso costituito da tre insiemi di edifici. Il principale è costituito da una ampia sala circolare coperta da una cupola, simile al Serapeo di Villa Adriana a Tivoli. Nelle pareti si aprono alcune nicchie; attraverso due di queste si accede a due ambienti laterali, forse dei ninfei (fontane monumentali).
Dagli Horti Sallustiani provengono molte sculture famose; tra queste il Galata Morente conservato nei Musei Capitolini, il Galata Suicida e il trono Ludovisi ora a Palazzo Altemps. Anche l’obelisco, collocato sin dal 1789 in cima alla scalinata di Trinità dei Monti, proviene dagli Horti.
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