Durante i recenti lavori della Linea C della metropolitana sono stati rinvenuti, in Piazza Madonna di Loreto, i resti di un monumentale edificio pubblico a due piani costruito all’epoca dell’imperatore Adriano (117-138 d.C.).
Il piano terra della struttura, parzialmente conservato, era formato da tre ampie aule rettangolari provviste di gradinate e affrontate lungo i due lati maggiori di un corridoio centrale e disposte a raggiera lungo la strada curva.
Due delle tre sale che sono state riportate alla luce presentano preziose decorazioni pavimentali e parietali in marmi policromi; una parte della terza era già stata individuata agli inizi del Novecento durante la costruzione del Palazzo delle Assicurazioni Generali.
L’edificio confinava a nord con un complesso abitativo del II sec. d.C. (insula) e a ovest con un isolato commerciale posto lungo la via Flaminia, anch’esso riportato in luce nelle recenti indagini per la Metro C al centro di Piazza Venezia.
Recenti studi hanno consentito di comprendere come l’edificio, denominato Auditoria di Adriano, fosse un luogo dove si svolgevano letture pubbliche di opere poetiche e in prosa, l'insegnamento della retorica e attività giudiziarie. Il corridoio centrale era destinato all’oratore che presentava il suo lavoro rivolgendosi a un pubblico di elevato livello culturale disposto sulle gradinate con sedili (subsellia).
Grazie ai bolli (marchi con iscrizione) rinvenuti sui laterizi delle murature, è stato possibile datare l’edificio, collocandolo negli anni 123-125 d.C.
Gli altri unici edifici che, nel mondo romano, si conoscono con funzione di auditoria, sono quelli dello stesso imperatore Adriano ad Atene (132 d.C.) e ad Alessandria d’Egitto (IV-VII secolo d.C.).
In epoca tardoantica, nel VI sec. d.C., le sale ormai prive dei rivestimenti marmorei vennero utilizzate da un’officina metallurgica per la lavorazione delle leghe di rame. L’impianto, di grandi proporzioni, è il maggiore a Roma in questo periodo.
Dell’officina rimangono le fosse di alloggiamento di fornaci di piccole dimensioni scavate nel pavimento e lungo le gradinate; sono state inoltre ritrovati i lingotti e le scorie della lavorazione.
L’officina fu distrutta tra la fine del VII e gli inizi dell’VIII sec. d.C. e l’area centrale fu utilizzata come luogo di sepoltura.
Il terremoto dell’847-848 d.C. determinò il crollo del piano superiore e delle coperture a volta: una consistente porzione della volta è visibile sul pavimento dell’aula nord.
Tra il XII e il XIII secolo, nella sala centrale venne impiantata un’officina per la produzione della calce, da mettere probabilmente in relazione alla costruzione dei vicini quartieri nell’area dell’antico Foro di Traiano e lungo la via Flaminia.
E’ alla fine del XVI secolo che sorge in quest’area l’Ospedale dei Fornari, realizzato dall’omonima Confraternita cui si deve anche la costruzione della vicina chiesa di Santa Maria di Loreto. Il nuovo fabbricato, edificato sui resti dell’antico edificio adrianeo, ne ha garantito la conservazione fino ai nostri giorni. Dallo scavo di un pozzo rinvenuto all’interno del cortile proviene una straordinaria quantità di vasi, per la maggior parte integri o ricomponibili, utilizzati nell’Ospedale.
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