Il primo riferimento ufficiale alla chiesa di San Paolo alla Regola si può reperire in una bolla di papa Urbano III del 1186 che la individua come parrocchia di San Lorenzo in Damaso.
Intriso di spiritualità e storia, però, questo importante luogo di culto pare sorse, o meglio, fu edificato, in un tempo ancora più remoto intorno alla prima residenza romana dell’apostolo Paolo, vicino all’odierno Quartiere Ebraico.
La sua predicazione appassionata e coraggiosa lo portò a scontrarsi con lo status quo e, in quanto civis romanus, richiese di sottoporsi al giudizio dell’imperatore. Dopo alcuni anni agli arresti domiciliari, fu perseguitato e infine fatto decapitare da Nerone nel 64 o nel 67 d.C.
Più tardi, il suo alloggio fu prima trasformato in oratorio e poi in chiesa nel IV secolo.
Nel 1594, San Paolo alla Regola fu concessa agli Agostiniani Scalzi che a loro volta la cedettero, nel 1619, ai frati del Terzo Ordine Regolare di San Francesco della Nazione Siciliana che, nell’edificio a sinistra della chiesa, istituirono un Collegium Siculum, luogo di formazione e di studio.
La chiesa fu completamente riedificata alla fine del Diciassettesimo secolo su progetto dell’architetto bolognese Giovanni Battista Bergonzoni, ma la facciata fu completata solo nel 1728 da Giuseppe Sardi su disegno di Giacomo Cioli. Il prospetto anteriore è suddiviso in due ordini; nella parte superiore si apre una finestra sormontata da un bassorilievo raffigurante San Paolo; in quella inferiore, sei lesene incorniciano il portale d’ingresso e i due portoncini laterali. L’iscrizione “GENTIUM DOCTORI DIVO PAULO APOSTOLO COLLEGIUM SICULUM TERT ORD S. FRANCISCI” (Il collegio siciliano del Terz'Ordine di San Francesco, [dedicato] a San Paolo maestro delle genti) separa i due ordini.
L'interno è a croce greca con quattro cappelle agli angoli. Nel fondo si trova la grande abside affrescata con Storie della Vita di San Paolo di Luigi Garzi. La chiesa, inoltre, conserva un’immagine miracolosa del Trecento di Maria che allatta, detta Madonna delle Grazie.
Nella chiesa sono custodite anche opere di Giovanni Battista Lenardi, di Raffaele Stern, di Michele Rocca, di Giacinto Calandrucci e di Francesco Mazzola, detto il Parmigianino.
Negli anni Settanta, durante il restauro di alcuni edifici attorno alla chiesa e al cinquecentesco Palazzo Specchi, tornarono alla luce alcune importanti strutture di età romana. L’Insula di San Paolo alla Regola è oggi uno dei luoghi più interessanti della Roma sotterranea, un viaggio a ritroso nel tempo che racconta la lunga storia edilizia di un angolo della città alle spalle dell’Isola Tiberina.
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