La piccola chiesa affacciata sulla deliziosa piazzetta a pochi passi dal Pantheon e dalla chiesa di Santa Maria sopra Minerva risale all’inizio del X secolo ed era originariamente dedicata ai Santi Eleuterio e Genesio, come risulta da due bolle papali del 955 e del 962: una parte del corpo di San Genesio riposa tuttora sotto l’altare maggiore.
Alla fine del Cinquecento, quando era ormai caduta in rovina, la chiesa venne concessa da papa Gregorio XIII all’Arciconfraternita della Pietà verso i Carcerati, ricordata nell’iscrizione sul cornicione della facciata. L’Arciconfraternita incaricò l’architetto Angelo Torroni della sua ricostruzione: terminata nel 1624, la chiesa fu quindi dedicata a San Giovanni Battista “della Pigna”, un appellativo che rimanda alla grande pigna di bronzo scoperta nella zona, oggi conservata nel Cortile della Pigna dei Musei Vaticani, da cui prende il nome anche il Rione in cui ci troviamo. La chiesa venne poi nuovamente restaurata nel secolo successivo e nel 1837 sotto la direzione di Virginio Vespignani.
La semplice facciata è divisa in tre ordini da lesene e ha a coronamento un timpano triangolare. Una finestra rettangolare priva di cornice e davanzale orna i due ordini laterali mentre un angelo è raffigurato a bassorilievo nel portale della chiesa. La chiesa venne scelta come luogo di sepoltura dalla potente famiglia romana dei Porcari, che aveva qui vicino le proprie case: all’inizio della navata si possono ammirare le lapidi di Giovanni Porcari del 1363, decorata con splendidi caratteri gotici, e quella di Giuliano Porcari del 1282, con bellissima decorazione a mosaico con tessere di porfido e serpentino.
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