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Chiesa di San Fulgenzio

I primi passi della Parrocchia intitolata a San Fulgenzio datano all'8 febbraio 1968. Il vescovo di Ruspe città prossima all'antica Cartagine, annoverato tra i padri della Chiesa latina ed epigono di Sant'Agostino aveva le carte in regola per vedersi dedicare una parrocchia in un quartiere dove la nomenclatura stradale onora insieme scrittori latini e caduti insigniti di medaglia d'oro. La Chiesa dell'Annunziata opera di Clemente Busiri Vici, di proprietà del Vicariato di Roma e affidata dal 1933 alle Suore Francescane Missionarie di Maria, era stata scelta, con decreto del Cardinale Vicario Clemente Micara del 09 11 1967, come sede provvisoria della parrocchia in attesa di altro insediamento definitivo.Giace ancora, dimenticato nell'archivio dell'ufficio competente per la costruzione di nuove chiese del Vicariato, il progetto di un complesso destinato a sorgere in prossimità della stazione ferroviaria di Roma Balduina. Era ormai esecutivo il programma di urbanizzazione del comprensorio del Pineto, ma l'opposizione agguerrita dei residenti nei quartieri limitrofi valse a scongiurare il pericolo e quel che dapprima era provvisorio divenne definitivo. Il tutto mentre le Suore francescane decidevano in autonomia di rinunciare alle loro più importanti strutture in Roma per un ritorno alla vocazione originaria dell'Istituto.Tra il 1933 e il 68 la chiesa e la scuola gestita da loro erano state comunque un riferimento pastorale importante per il nucleo di residenti in un antico borghetto poi demolito per dar luogo a nuovi insediamenti. Al parroco nominato don Ivan Natalini fu affiancato dal settembre 69, come viceparroco, don Giorgio Alessandrini poi parroco dal 1980. L'orientamento pastorale raccoglieva le indicazioni conciliari con attenzione particolare alla liturgia e con la massima cura per le omilie tutte preparate in comune. Presupposto alla partecipazione degli adulti era l'invito a leggere e a confrontare la vita con la parola di Dio conosciuta e pregata attraverso esperienze di gruppo. Ma in quello stesso contesto nasceva l'esigenza ulteriore di inquadrare il messaggio evangelico in un orizzonte unitario. L'assemblea di fine anno 1974 richiedeva perciò di intraprendere l'esperienza di una catechesi aperta a chiunque. La persona cui affidare la guida fu individuata nel direttore della rivista Servizio della Parola, don Gioacchino Biscontin. L'incontro con don Chino, in quegli anni a Roma per una specializzazione in teologia morale presso l'Ateneo Alfonsiano, lasciò un segno importante a San Fulgenzio, addirittura decisivo per i molti folgorati dalla rivelazione dell'assoluta gratuità dell'amore paterno di Dio. Non furono pochi poi quelli che da allora stabilirono un legame durevole con la parrocchia.Altri momenti significativi per l'aggregazione erano le assemblee convocate periodicamente su temi di rilievo per la vita ecclesiale ed anche civile. Si entrava nel merito di fatti che interessavano l'assetto economico della parrocchia con la scelta della sobrietà e della gratuità, ci si misurava con la questione dei ministeri della Chiesa, senza perder d'occhio l'impegno doveroso nei contesti molteplici della vita civile. Sempre in assemblea furono discussi i termini della partecipazione al convegno sui mali di Roma e le attese di carità del febbraio 74. Con gli anni furono messi a tema problemi come la responsabilità dei laici nella Chiesa con esplicito riferimento alla posizione della donna, la "laicità, il costume pubblico e la coscienza cristiana, la scuola, assieme ad altri, secondo l'opportunità del momento. Si trattava di aprire spazi alla partecipazione di tutti per poter precisare in rapporto alla vita quel che le omilie domenicali e attraverso le preghiere dei fedeli veniva appena sfiorato. Aldilà di ogni considerazione teorica era necessario il confronto sulle situazioni reali anche in ordine ad impegni concreti.Nella situazione di fatto non era proponibile un inquadramento nei ranghi dell'associazionismo cattolico tradizionale, soprattutto in rapporto alla crisi dell'Azione Cattolica la cui immagine scontava ancora gli equivoci ingenerati sotto la presidenza di Gedda dalla commistione con motivazioni politiche. Men che mai la cosa era pensabile al livello dei giovani che per naturale ricambio si avvicendavano spesso imbevuti da spirito contestatore secondo il portato dei tempi. Non era perciò facile trovare tra loro disponibilità per un impegno stabile di animazione verso i più giovani. Altra era la situazione nel contesto del movimento scout presente in parrocchia come Gruppo Roma 16. Quando però un intero gruppo di universitari, per rispondere a una seria esigenza di impegno concreto, volle rendersi disponibile per l'animazione di ragazzi tra i quattordici e i quindici anni, i frutti furono immediati e palpabili, l'esperienza protratta per almeno tre anni, non ebbe purtroppo l'auspicata continuità. Un fatto caratteristico di quello stesso periodo era l'integrazione tra generazioni inusuale in altri contesti, per merito indubbio di adulti capaci di entrare in dialogo diretto coi giovani che si sentivano presi sul serio, senza pretendere un'acquiescenza acritica alle loro posizioni.Data dal 78 l'elezione del primo consiglio pastorale che proprio la conseguita integrazione tra generazioni rendeva particolarmente significativa e largamente partecipata.In seguito al terremoto del Friuli poi, alcuni tra quegli stessi giovani si fecero promotori di un'iniziativa aperta alla partecipazione esterna, per un campo di lavoro di quindici giorni finalizzato al recupero di materiali per la ricostruzione. Per il successivo terremoto dell'Irpinia aldilà di una raccolta di fondi sia pure importante, l'impegno della parrocchia fu globale, grazie anche alla presenza qualificata di adulti nei centri Salvitelle e di Buccino. Fu offerta inoltre ospitalità presso famiglie della Parrocchia a improvvisati operatori locali venuti a Roma per qualificarsi. Grazie anche alla notevole sovvenzione in denaro, a Buccino poté sorgere una struttura gestita in modo comunitario, tuttora punto di riferimento per anziani soli, secondo il progetto iniziale ma anche per iniziative sociali e culturali, in un successivo momento.La catechesi per l'iniziazione ai sacramenti comportava un impegno notevole. Per i bambini della prima comunione si trattava non solo di redigere schede e materiale didattico originale, ma di coinvolgerli attivamente attraverso paraliturgie oppurtanamente studiate. Notevole pure l'impegno per la preparazione di un nutrito gruppo di catechisti. Tra l'altro la parrocchia fu prescelta in due occasioni come sede di corsi triennali e biennali per la qualificazione dei catechisti della prefettura. Determinante nell'occasione il supporto delle Suore Catechiste della dottrina cristiana che dal 72 erano subentrate nella gestione della Scuola Elementare Sant'Antonio.Un gruppo a parte di altri catechisti si dedicava poi, con impegno settimanale alla preparazione di una liturgia della parola della domenica per i bambini. Dei piccolissimi presero ad occuparsi nel primo decennio della parrocchia, alcuni genitori che usavano intrattenerli durante la messa domenicale, e che poi avrebbero preso a cuore la loro iniziazione ai primissimni incontri con Gesù.La scelta di proporre una catechesi per la Cresima in coincidenza con l'ingresso alla scuola superiore, comportava un impegno speciale che in certi momenti arrivò a coinvolgere un congruo numero di giovani e adulti in stretta collaborazione.L'itinerario formativo ordinario al livello di adulti si concretava nell'offerta di momenti di ritiro nel corso dell'anno, ma per questioni di carattere teologico e pastorale contemplava l'intervento di relatori a livello adeguato. Da ricordare le due conversazioni di Giuseppe Ruggieri su Il Concilio vent'anni dopo e, in occasioni diverse, la presenza di relatori quali Severino Dianich, Maurilio Guasco, Padre Marsili. Padre Adrien Nocent, Salvatore Privitera, Dalmazio Mongillo, Carlo Moro, Padre Padovese, Jesus Castellano, Padre Ugo Vanni (con una continuità triennale), Pietro Scoppola. Vittorino Grossi, Giulio Albanese, Andrea Grillo. Altri contributi egualmente qualificati erano dovuti a frequentatori abituali della parrocchia. Nella serie dei collaboratori pastorali avvicendatisi nel tempo si segnala in primo luogo quella del cardinale Silvestrini, don Achille, fedelissimo per dieci anni come celebrante domenicale, prima che impegni sopravvenuti lo costringessero a una presenza episodica ma invariabilmente preziosa. Ai primi tempi della parrocchia, Piero Agrano, Cosimo Sagona e Filippo Concetti tornato troppo presto al Signore eppure ancora presente. In un secondo periodo Giuseppe Alcamo, Ferdinando Pieroni, in un momento ulteriore Giuseppe Bonfrate, una presenza che varrebbe un discorso a parte e che continua anche ora, seppure dall'esterno. Seguono, a completare l'elenco, Giuseppe Pellegrino, Luca e Claudio Margaria, Marco Gallo, ultimi Giuseppe Cestone e Carmine Fischetti. Ancora, tra le presenze domenicali da non dimentica Pedro Jaramillo, Giuliano Zatti ed Ennio Serrani. A cavallo del cambio della guardia col parroco attuale Paolo Salvini avvenuto col dicembre 2011, continuano nella loro collaborazione preziosa Pino Lorizio e Francesco Cosentino. Va poi sottolineato il supporto delle Suore missionarie della dottrina cristiana, soprattutto per la catechesi dei bambini e per l'opera significativa nel quartiere attraverso la Scuola Sant'Antonio.Numerosissime le presenze laicali che non possono essere tutte citate, ma è doveroso accennare almeno a quelle di chi, uscito di scena richiamato dal Signore, continua a vivere nel ricordo comune.Molte e molte cose accadute nell'arco di questi anni di vita della parrocchia di cui esser grati a Dio e agli uomini.Meritano speciale menzione le esperienze del cosiddetto gruppo di Praglia, vissute dai giovani in collegamento con altri da diocesi italiane diverse. Egualmente si deve fare parola del doposcuola parrocchiale a beneficio prevalente dei figli di famiglie immigrate e del dispensario di indumenti riutilizzabili per chi non può può provvedere altrimenti. A conclusione di tutto non può mancare il ricordo della persona di Ivan Natalini, primo parroco di San Fulgenzio: a lui risale l'impostazione della pastorale parrocchiale che il suo successore ha cercato di mantenere. La sua decisione di lasciare la parrocchia e di chiedere la riduzione allo stato laicale, presa con la lealtà e la chiarezza di coscienza che faceva parte della sua indole, ha certamente lasciato un vuoto, ma è stata compresa da chi più intimamente lo conosceva e restava fermo nel legame di stima e di affetto. Altri che meno da vicino partecipavano alla vita della Parrocchia hanno sicuramente sofferto e patito sconcerto, anche iun modo pesante. Tra le molte cose da lui dette e che molti tra noi continuano a ricordare, vale la pena rifarsi all'ultima frase pronunciata nel ritiro a cui partecipava e che fu anche l'ultima prima che il suo cuore d'improvviso cedesse facciamo presto, la messa sta per cominciare.

Informazioni

Indirizzo 
POINT (12.441066528835 41.926859636061)
Orari 

Orario delle Sante Messe
Lunedì: 09.00, 19.00Martedì: 09.00, 19.00Mercoledì: 09.00, 19.00Giovedì: 09.00, 19.00Venerdì: 09.00, 19.00Sabato e prefestivi: 19.30Domenica e festivi: 09.00, 19.00
Gli orari possono essere soggetti a variazioni, pertanto si prega di contattare sempre la Chiesa

Contatti 
Sito web: 
www.sanfulgenzio.it
Telefono: 
06 35454039
YouTube: 
www.youtube.com/channel/UCmyqH5gyW8LU4UHE0vsD-1w
Email: 
parroco@sanfulgenzio.it
Email: 
segreteria@sanfulgenzio.it
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Location

Chiesa di San Fulgenzio, VIA DELLA BALDUINA , 296
VIA DELLA BALDUINA , 296
41° 55' 36.696" N, 12° 26' 27.8412" E

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