
Noto per l’uso innovativo di materiali e tecniche e per l’esplorazione di temi legati alla percezione e alla rappresentazione, l’artista svizzero Urs Fischer presenta alla galleria Gagosian di Roma una nuova serie di otto dipinti, una scultura morbida di grandi dimensioni e un’installazione video interattiva.
La mostra riprende il filone delle opere realizzate tra il 2007 e il 2010 e richiama esplicitamente la fotografia “Dust Breeding” di Man Ray, che cattura l’accumulo di sporcizia sulla superficie dell’opera di Marcel Duchamp “The Bride Stripped by Her Bachelors, Even (The Large Glass)”. Nei nuovi dipinti, realizzati su alluminio con polvere recuperata dal pavimento dello studio dell’artista e più artigianali rispetto ai predecessori, la distribuzione caotica delle particelle di polvere evoca paesaggi desertici o le stelle sparse nel firmamento.
Al centro della sala, una morbida scultura affiancata da due forme più piccole, amebiche, raffigura una figura femminile sdraiata. L’opera ricorda il progetto “She - A Cathedral”, firmato nel 1966 da Niki de Saint Phalle, Jean Tinguely, P.O. Ultvedt e Pontus Hultén per il Moderna Museet di Stoccolma, e rappresenta un’incarnazione viscerale della forza di gravità, un luogo statico di attrazione sul quale sedersi, soffermarsi o dal quale contemplare il resto della mostra.
Nell’istallazione video che completa la mostra, un omaggio a “Time Delay Room” di Dan Graham, gli spettatori guardano le riprese dal vivo di sé stessi con un ritardo di cinque secondi, stimolando la riflessione sull’idea che viviamo in un presente perpetuo, in cui l’affidabilità della memoria umana è stata ridotta a durate brevissime. In concomitanza con la mostra, la scultura Dance (2025) di Urs Fischer è esposta nei giardini rinascimentali di Villa Medici - Accademia di Francia.
Foto: Urs Fischer, After Nature, 2025, installation view. Artwork © Urs Fischer Photo: Stefan Altenburger, Courtesy Gagosian
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