
Il celebre ballerino e coreografo Akram Khan torna al Romaeuropa Festival presentando in prima nazionale al Teatro Brancaccio la sua nuova produzione, un’opera creata in collaborazione con la pluripremiata artista visiva Manal AlDowayanche che riunisce un cast internazionale di danzatrici di Bharatanatyam e di danza contemporanea occidentale in un incontro tra culture, tradizioni e prospettive.
Nato a Londra nel 1974, Akram Khan è uno degli artisti della danza più acclamati a livello internazionale. In oltre 24 anni di carriera, ha creato opere di grande impatto che raccontano storie intense e attuali fondendo la danza kathak tradizionale dell’India del Nord e la danza contemporanea. Ha lavorato con artisti come Juliette Binoche, Sylvie Guillem, Florence and the Machine, Anish Kapoor e Nitin Sawhney, e ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il Laurence Olivier Award e il Bessie Award. Nel 2022 è stato nominato Cancelliere della De Montfort. Manal AlDowayan è una delle artiste contemporanee più importanti dell’Arabia Saudita: il suo lavoro, che include fotografia, suono, scultura e pratica partecipativa, esplora le tradizioni, la memoria collettiva e il ruolo delle donne. Le sue opere sono state esposte in prestigiose istituzioni internazionali e nel 2024 ha rappresentato l’Arabia Saudita alla Biennale di Venezia 2024.
Concepita nella millenaria città oasi di AlUla, nel deserto nord-occidentale dell’Arabia Saudita, Thikra (in arabo “memoria”, “ricordo”, “commemorazione”) porta in scena attraverso la danza l’idea che senza passato non possa esistere futuro. Nella notte, memoria e presente si fondono nel segno del sapere ancestrale, del potere del ricordo e della guarigione collettiva. Thikra non è un semplice dialogo tra Oriente e Occidente, ma un’opera che nasce dalla collaborazione tra le interpreti per far emergere le tradizioni e i rituali insiti nel Bharatanatyam, reinterpretandoli attraverso una prospettiva contemporanea. La voce collettiva di questo ensemble femminile trascende i confini stilistici per dare risalto all’esperienza vissuta, alla continua trasformazione della civiltà e ai legami profondi tra memoria e identità.
Foto Romaeuropa Festival
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