Anche due secoli dopo la morte di Percy Shelley, i suoi scritti risuonano ancora oggi di questioni sociali e politiche urgenti. Shelley ha affrontato i temi del cambiamento climatico, della liberazione delle donne, del genere non binario e delle manifestazioni pacifiche di massa, rivolgendosi alle comunità indigene, ai/alle queer/trans, ai diversamente abili, agli sfollati e alla classe operaia.
Le sue opere continuano a ispirare artisti e movimenti di giustizia sociale in tutto il mondo, avendo anticipato le lotte della nostra epoca. In questo intervento, il dottor Omar F. Miranda (Università di San Francisco) parla di Percy Shelley for Our Times, il volume di prossima pubblicazione della Cambridge University Press che sta curando insieme a Kate Singer (del Mt. Holyoke College).
Miranda si sofferma poi sul capitolo da lui scritto nel libro, che colloca il Prometeo liberato di Percy Shelly nel contesto socio-politico dell'"età dell'esilio" del Romanticismo. Il dott. Miranda sostiene che il dramma è incentrato su quello che Shelley chiama triste esilio, un'espressione che deliberatamente oscilla tra i significati arcaici e tradizionali di triste, inteso sia come dolore che come fermezza. Nell'opera, l'esilio triste si presenta come un processo ambivalente, che non termina né anticipa il ritorno a uno stato o a un luogo precedente. Piuttosto, diventa fondamentale per mantenere il sostentamento prestabilito dalla società rinnovata.
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Giovedì 6 luglio 2023
Ore 17