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Origini e splendori della collezione Farnese nella Roma del XVI secolo

Origini e splendori della collezione Farnese nella Roma del XVI secolo-Foto: sito ufficiale dei Musei Capitolini

La mostra Origini e splendori della collezione Farnese nella Roma del XVII secolo ai Musei Capitolini-Villa Caffarelli, a cura di Claudio Parisi Presicce e Chiara Rabbi Bernard, è dedicata a un momento di profonda trasformazione urbanistica della città di Roma, promossa da papa Paolo III Farnese (r. 1534-1549). Dopo il devastante Sacco di Roma da parte dei Lanzichenecchi del 1527 infatti, la città si ritrovò di fronte alla necessità di una rinascita rapida. Proprio grazie a questo papa dunque, si devono alcuni grandiosi interventi su larga scala, tra cui la monumentalizzazione della Piazza del Campidoglio, affidata al genio di Michelangelo; come pure la celebre statua equestre in bronzo di Marco Aurelio, trasferita nel 1538, sempre per volontà del papa, dalla Piazza del Laterano, posta al centro della piazza del colle capitolino; attorno, simbolo delle glorie passate di Roma, Michelangelo progetta una quinta scenografica e monumentale.

A Paolo III si deve anche la più importane collezione di arte e di antichità della Roma del Cinquecento: risale al 1545-1546 il rinvenimento nelle Terme di Caracalla di alcuni colossi in marmo, tra cui l’Ercole, il Toro e la Flora Farnese; queste statue sono subito trasferite nel cortile del Palazzo Farnese in Campo de’ Fiori. Erede della collezione alla morte del papa è il nipote Alessandro (1520-1589), che trasforma Palazzo Farnese in una residenza molto elegante e raffinata, simbolo del potere dei Farnese a Roma, nel quale sono raccolte sculture, iscrizioni, gemme antiche, preziosi elementi di arredo, disegni, incisioni, dipinti e affreschi dei maggiori artisti del tempo, tra cui Tiziano e i fratelli Carracci.

Se quindi il Campidoglio monumentalizzato da Michelangelo costituisce la massima espressione del potere pubblico dei Farnese, il palazzo in Campo de’ Fiori ne rappresenta invece il potere privato.

Articolata in sei sezioni, la mostra presenta opere rappresentative del momento di maggior splendore della Collezione, che va dai primi decenni del XVI secolo fino all’inizio del XVII secolo e include cento capolavori provenienti principalmente dal Museo Nazionale Archeologico di Napoli, dal Museo di Capodimonte, dalla Biblioteca Nazionale e da altre collezioni pubbliche e private. Il percorso espositivo inizia con la presentazione, attraverso planimetrie e incisioni, degli interventi di trasformazione della città alla vigilia del Giubileo del 1550; qui lo spunto per una prima riflessione sul rapporto tra collezione pubblica e privata è offerto dal confronto tra il Camillo in bronzo delle collezioni capitoline, parte del nucleo dei bronzi lateranensi donati al “Popolo Romano” da Sisto IV nel 1471 e la sua copia in bronzo realizzata da Guglielmo della Porta per il Cardinale Alessandro Farnese negli anni Sessanta del Cinquecento.

La sezione successiva, intitolata I Farnese e la passione per l’antichità, presenta invece una importante galleria di ritratti dei protagonisti della collezione negli anni del suo maggiore splendore, da papa Paolo III ai nipoti Alessandro e Ottavio (1524-1586). I grandi marmi rinvenuti nelle Terme di Caracalla di cui sopra, che sono tra le prime sculture antiche a trovare posto nel cortile di Palazzo Farnese a Campo de’ Fiori, sono ricordati da bronzetti, disegni e incisioni. I visitatori sono quindi invitati ad “entrare” nell’allestimento originario dell’antica collezione di Palazzo Farnese, percorrendo la “Sala dei Filosofi”, caratterizzata - nel Cinquecento - dalla presenza di statue, come la famosa Venere Callipigia del Museo Archeologico di Napoli, e la splendida Galleria affrescata dai Carracci, qui rievocata dai preziosi disegni preparatori degli affreschi e da alcune delle sculture più importanti esposte nel grande ambiente di rappresentanza, oggi al Museo Archeologico di Napoli, che tornano ad essere visibili a Roma dopo il loro trasferimento nel corso dell’ultimo decennio del XVIII secolo.

Il percorso all’interno del palazzo continua inoltre attraverso la ricostruzione del “Camerino” e della Galleria dei Quadri di Palazzo Farnese. La mostra si chiude infine con una stanza dedicata al confronto tra due collezioni, quella dei Farnese e quella Orsini, appartenuta al celebre antiquario vicino alla nobile famiglia, accomunate entrambe da un comune destino di dispersione.

Il progetto espositivo è promosso da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e organizzato da Zètema Progetto Cultura in collaborazione con Civita Mostre e Musei.

Foto: sito ufficiale dei Musei Capitolini

Informazioni

Quando 
dal 11 Febbraio 2025 al 18 Maggio 2025
POINT (12.483342 41.892692)
POINT (12.482211 41.893485)
Contatti 
Sito web: 
www.museicapitolini.org/mostra-evento/origini-e-splendori-della-collezione-farnese-nella-roma-del-xvi-secolo
Orari 

Dall' 11 febbraio 2025 al 18 maggio 2025
tutti i giorni ore 9.30-19.30
24 e 31 dicembre ore 9.30-14.00
Ultimo ingresso un'ora prima della chiusura
Giorni di chiusura
1 maggio e 25 dicembre

CONSULTA SEMPRE LA PAGINA AVVISI prima di programmare la tua visita al museo.

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Locations

Origini e splendori della collezione Farnese nella Roma del XVI secolo, Piazza del Campidoglio , 1
Piazza del Campidoglio , 1
41° 53' 33.6912" N, 12° 29' 0.0312" E
Origini e splendori della collezione Farnese nella Roma del XVI secolo, Via delle Tre Pile , 1
Via delle Tre Pile , 1
41° 53' 36.546" N, 12° 28' 55.9596" E

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