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Ninfa e Musa. Un secolo del femminile nell’arte

Ninfa e Musa Un secolo del femminile nell’arte-Foto: pagina ufficiale Facebook della Galleria Russo

La Galleria Russo, nei pressi di Piazza di Spagna, ospita la mostra Ninfa e Musa. Un secolo del femminile nell’arte, dedicata alle diverse interpretazioni della figura femminile in alcuni grandi maestri dell’Ottocento e del Novecento. La mostra, curata dalla storica dell’arte Daniela Fonti, presenta una selezione di 55 opere - tra disegni, pitture e sculture – nella quale emerge principalmente il rapporto tra arte e figura femminile, vista come protagonista di una nuova scena sociale e culturale.

L’esposizione offre quindi una panoramica affascinante attraverso l'arte italiana dal XIX al XX secolo, dove fanno da protagoniste le grandi correnti artistiche italiane: dai Macchiaioli al Futurismo, dalla Scuola Romana al Novecento, fino alle soglie della Seconda guerra mondiale, con al centro la rappresentazione della donna nelle arti visive e la sua evoluzione in queste ultime.

Il percorso della mostra si apre con John Singer Sargent e la sua Princess de Beaumont dipinta nel 1884Antonio Mancini, con Figura Femminile (1890-1900), nella quale l’artista indaga l'intimità e la psicologia della donna raffigurata, catturandone la bellezza in un momento sospeso. La mostra prosegue con la Cariatide di Amedeo Modigliani, che fa parte di un ciclo realizzato tra il 1910 e il 1914, dove la ricerca classica si intreccia a una sensibilità contemporanea. Accanto a questa troviamo il Ritratto di bambina (1911) di Umberto Boccioni che con il suo cromatismo, il dinamismo l’attenzione alla psicologia del soggetto, anticipa le novità del FuturismoGiacomo Balla con i due studi dal titolo La Pazza (1904) esplora aspetti inconsueti della follia, disegnando particolari dell’abbigliamento o della postura instabile e disarticolata della giovane ritratta, mentre con La Figlia del Sole (1933) facendo riferimento alle tecniche popolari della fotografia e del cinema, ci restituisce la rappresentazione della donna in senso contemporaneo. Altro capolavoro in mostra è Bagnanti sopra una spiaggia (1934) di Giorgio de Chirico, nel quale, in una dimensione quasi onirica, vengono rappresentate figure femminili ispirate a quelle di Tiziano a Ingres, in un contesto tra realtà metafisica e realtà quotidiana. La Donna Dormiente (1933) e i Due Nudi (1947-1948) di Carlo Levi invece, sono opere nelle quali il colore dà forma e pienezza alle figure con pennellate che ne fanno emergere la sensualità, mentre le due tempere di Gino Severini Danseuse dans la lumière (étude de mouvement) (1913) e Danseuse abstraite (1958), caratterizzate da un linguaggio futurista e neocubista, evidenziano la centralità del tema della danza nella sua ricerca artistica.

Anche il linguaggio dell’art nouveau, che si sviluppa tra il 1889 e il 1913 e nel quale il modello femminile viene espresso in modo innovativo, è ben rappresentato in mostra, dalle opere di Duilio Cambellotti, un suo importante esponente in Italia. La sua ricerca, rivolta verso i modelli europei, si realizza in progetti grafici, cartelloni pubblicitari e disegni per vetrate policrome istoriate che creano una nuova estetica per le dimore borghesi del nuovo Stato unitario.

Fanno parte del percorso dell’esposizione anche i capolavori di Henri Matisse che, con Nu debout (1908-1909), fa del nudo femminile, con il suo inconfondibile tratto, il centro del suo insegnamento artistico durante i corsi che si tengono all’Accademia Internazionale di Parigi, tratteggiando forme che rendono il corpo della donna espressione di purezza e libertà. La forma sintetica viene analizzata da Adolfo Wildt con l’opera Pianto sulla porta chiusa del 1919, un disegno dalla fine tecnica, che l’artista donò alla critica e scrittrice Margherita Sarfatti, sua grande sostenitrice. Quest’ultima è inoltre la protagonista dell’opera di Mario Sironi del 1916-1917: un particolare pastello e tempera in cui l’artista riesce a cogliere la natura psicologica del soggetto, evidenziando l’importanza del suo ruolo nel panorama culturale e sociale del periodo. Queste diverse e variegate modalità di rappresentazione delle figure femminili si riscontrano nelle opere di André Derain, Achille Funi, Antonio Donghi, Carlo Socrate, Scipione, Carlo Levi, Fausto Pirandello in esposizione nella Galleria. La ricerca sul nudo viene inoltre elaborata da Felice Casorati con Nudo di Schiena (1921-1922) e da Arturo Martini con la scultura de La Pisana (1928-1930), due immagini di astratta purezza allusive a un Eden considerato perduto. Importanti anche le sculture di Giacomo Manzù presenti in mostra: Testa di Inge (1947) e Modella seduta (1959), insieme alla surreale Danzatrice (1956) di Mirko Balsaldella. A conclusione del percorso espositivo la testimonianza onirica e originale di Alberto Savinio, di cui viene esposta Nascita di venere (1950), un’opera che propone una particolare visione della donna come ibrido generato dall’incontro tra mondo animale e mondo mitologico.

La mostra, quindi, nella quale ritratti, scene di vita domestica, rappresentazioni simboliste e metafisiche, ci restituiscono la figura femminile nelle sue molteplici sfaccettature, svela come l'arte abbia raccontato i mutamenti della condizione femminile: dai ruoli più tradizionali, fino all'emergere di una nuova consapevolezza, tra aspettative sociali, desideri personali e tensioni moderne.

Foto: pagina ufficiale Facebook della Galleria Russo

Informazioni

Quando 
dal 21 Febbraio 2025 al 13 Marzo 2025
POINT (12.481026 41.9072827)
Contatti 
Sito web: 
www.galleriarusso.com
Telefono: 
06 6789949
Email: 
info@galleriarusso.com
Facebook: 
www.facebook.com/galleriaarte.russo
Twitter: 
http://twitter.com/galleriarusso
Orari 

Da venerdì 21 febbraio a giovedì 13 marzo 2025

Da martedì a sabato dalle ore 10.00 alle ore 19.30

Il lunedì dalle ore 16.30 alle ore 19.30

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Location

Ninfa e Musa. Un secolo del femminile nell’arte , Via Alibert , 20
Via Alibert , 20
41° 54' 26.2188" N, 12° 28' 51.6936" E

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