La mostra ospitata dall’Accademia Nazionale di San Luca a Palazzo Carpegna è l’occasione per scoprire la storia e l’assoluta singolarità di uno degli artisti più enigmatici, complessi e internazionali della pittura fiamminga del Seicento, una figura ignorata dagli storici della sua epoca e rivalutata solo a partire dai primi del Novecento dai critici nordeuropei e dalla metà del secolo da quelli italiani.
Le ricerche per la mostra hanno permesso di approfondire la vicenda biografica, sociale e artistica di Michael Sweerts, libero dai capricci della committenza e dalle mode e correnti artistiche in voga grazie all’indipendenza economica e intellettuale che le sue origini aristocratiche gli garantivano. A Roma, dove soggiornò dal 1643 al 1653, Sweerts venne a contatto con l’indisciplinata comunità dei pittori olandesi e fiamminghi, subendo l’influenza della scuola dei bamboccianti e di Caravaggio ma sviluppando una propria autonomia poetica. Nel suo studio romano, Sweerts raccolse calchi in gesso di frammenti scultorei antichi e moderni, ricorrenti nelle sue tele quali tracce del passato classico della città e come rivendicazione di una pratica artistica lontana dai consueti approcci astratti e teoretici. Tornato in patria e divenuto profondamente religioso, Sweerts partirà alla volta dell’Oriente per seguire una missione lazzarista francese, trovando la morte probabilmente a Goa.
Le diciotto opere in mostra (di proprietà dell’Accademia o provenienti da collezioni pubbliche e private, fra cui l’Académie de France Villa Medici, la Galleria Spada e i Musei Capitolini) permettono di rivalutare aspetti sottovalutati del lavoro di Sweerts, per esempio la vocazione all’insegnamento e all’avvio professionale dei giovani artisti, spesso presenti nelle sue pungenti rappresentazioni di atelier. Emerge con chiarezza anche il peso del soggiorno romano nel suo articolato percorso espressivo, in prevalenza mortificato dalla lettura critica. Fu nel decennio trascorso in città che Sweerts mise a punto un realismo non monumentale, fatto di scene che ruotano intorno a temi iconografici ricorrenti, come giovani prostitute e vecchi bevitori situati in scorci urbani che illustravano gli splendori e le miserie di Roma. Sempre al periodo romano si può ricondurre l’interesse di Sweerts per le rappresentazioni del cielo, tema che svilupperà anche dopo il ritorno in patria.
In copertina: Ragazza che si pettina, 1650 circa, olio su tela, Courtesy Accademia Nazionale di San Luca, Foto Giordano Bufo
Informazioni
Dall' 8 novembre 2024 al 18 gennaio 2025
Dal martedì al venerdì, dalle ore 15.00 alle ore 19.00 (ultimo ingresso ore 18.30)
Sabato dalle ore 10.00 alle ore 19.00 (ultimo ingresso ore 18.30)
Chiuso la domenica e lunedì
Chiuso 24-25-26 dicembre 2024, 1 gennaio 2025
Aperture straordinarie
Domenica 22 dicembre e domenica 29 dicembre 2024, ore 10.00-19.00 (ultimo ingresso 18.30)