La mostra – la prima personale in un museo in Italia – vuole indagare la materia scottante e immutata delle dinamiche di potere, le quali, a partire dall’abuso, innescano conflitti sul corpo umano e sociale, tra oppressione e rivalsa. Manuela Viera-Gallo, artista cilena, guarda alla questione dalla prospettiva di genere, ponendo al centro della sua riflessione le donne, elemento cardine della sua espressione artistica.
Punto di partenza è una coincidenza storica, ovvero quella dell’11 settembre, data del Golpe in Cile nel 1973, ma anche della decapitazione di Beatrice Cenci a Roma nel 1599.
L’11 settembre si converte in un simbolico punto di contatto tra corpi diversi (umano e sociale) sui quali il potere ha espresso le sue dinamiche distorte. Le donne dell’artista sono portatrici della storia che su di esse manifesta la forza patriarcale dominante, ma al tempo stesso sono agenti di resistenza e cambiamento.
Nella mostra, attraverso diversi linguaggi ‒ dalla pittura, alla scultura, al video, fino all’istallazione ‒ Viera-Gallo unisce riferimenti storici, questioni universali e personali, come la sua storia di figlia dell’esilio. L’artista, dalla sua prospettiva di donna cilena, propone uno sguardo sulla relazione tra donne e sistema socio-politico ed economico in quanto piani strettamente interconnessi e guarda all’attualità secondo un’ottica storica, ma anche personale e familiare.
Informazioni
Dall'8 ottobre al 5 novembre 2024
dal lunedì al sabato dalle 15.00 alle 19.00