Per raccontare Ornella Vanoni bisognerebbe essere poeti o ubriachi. O meglio ancora, poeti ubriachi. Perché lei è sempre stata questo: un cocktail di lucidità e follia, di eleganza e sbruffonate, di malinconia e risate grasse. Una donna che ha fatto della sua vita un’opera d’arte, senza mai prendersi troppo sul serio. “Io non sono una donna, sono un’avventura”, diceva. E che avventura. Milano, anni ’50: una ragazza borghese scappa di casa per diventare la regina della notte. Si presenta al Derby Club con un vestito stretto e una voce che sembra graffiare il cielo. Non canta, si confessa. E il pubblico, invece di giudicarla, si innamora. Perché Ornella non recita, Ornella vive sulla scena. Poteva diventare una grande attrice, aveva iniziato con Strehler, ma poi si innamorò della musica.Ha amato uomini sbagliati, Ornella, ha fallito, ha trionfato. Ha preso canzoni scritte per altri e le ha strappate via dall’originale, come un quadro rubato e controfirmato con il suo rosso di labbra e arancio di chioma. E poi c’è l’altra Ornella: la ragazza che a 30 anni va in Brasile e scopre la luce. “Là ho imparato a ridere davvero”, confessò. Ecco perché in questo spettacolo oltre alle meravigliose canzoni che tutti conosciamo ci sono anche la sua samba, gli amori impossibili, le bugie vere. Sì, perché Ornella ha sempre mentito con sincerità, come solo i grandi artisti sanno fare. “Canto le mie canzoni come se fosse l’ultima volta”, e lo dice ancora oggi, all’alba dei suoi splendidi 90 anni.
Paolo Vanacore testi e voceSina Sebastiani voceAlessandro Panatteri piano e arrangiamentiFabio Angelo Colajanni flautoEdoardo Arturo Serafini violoncelloAssoflute
Il programma potrebbe subire variazioni
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