con Dario De Luca e Gianfranco De Franco
testo, spazio scenico, disegno luci e regia Dario De Luca
musiche originali e disegno sonoro Gianfranco De Franco
costumi e oggetti di scena Mariella Carbone
allestimento e assistenza alla messinscena Giovanni Spina
organizzazione e amministrazione Tiziana Covello
distribuzione Egilda Orrico
produzione Scena Verticale
con il supporto di MatrioskaOFF, Spazio MAI – Movement Art Is (residenza artistica cura_umbria) I 4 DESIDERI DI SANTU MARTINU Favolazzo Osceno adatto ad essere recitato dopo i pasti
Santu Martinu mio, santu Martinu
tu ca fa scinna u vinu fino a pinninu,
tenami cum’ a nu frusculu dintra li mani,
tenami e ‘un me lassari fino a dimani.
Li 4 desideri di Santu Martinu è una riscrittura, in dialetto calabrese, liberamente tratta da alcuni fabliaux anonimi medievali, che parte da uno spunto – quello dei desideri concessi per volontà soprannaturale e sprecati per stupidità o cattiveria – presente in tutte le letterature. Una favola boccaccesca per celebrare l’amore e le sue vere gioie durature: il desiderio di una donna e di un uomo portato a vette parossistiche, che utilizza il gioco dell’abnorme e dell’assurdo come deformazione fantastica della realtà.
Dal sogno del venditore ambulante di falli che ne ha di ogni tipo e misura, con il sacco sodo e il “manico” lungo fino ai desideri di San Martino che si realizzano come una maledizione nelle metamorfosi dei personaggi in creature di falli e vagine, che diventano sempre più umani e grotteschi, quindi sempre più reali e più veri, capiamo la differenza tra il peccato e l’innocenza. Una pluralità di storie che hanno un solo come denominatore, il piacere, nella narrazione di Dario De Luca e nella ricerca portata avanti dai personaggi.
Le parole sembrano sgorgare come canti goliardici dei Carmina Burana, in un trionfo di suoni, sensi e doppi sensi piccanti, senza mai scadere nella volgarità. La lingua utilizzata è una lingua calabrese inventata per la scena: un pastiche suggestivo che risente delle decine di influenze dialettali ricevute dall’autore nel suo percorso artistico da poeti e autori calabresi del passato e coevi. Le musiche, ci immergono in timbriche instabili e sfuggenti che odorano di caminetto e di vino; che evocano tarante e valzerini sghembi che furono e che saranno.
Il programma potrebbe subire variazioni
Informazioni
Dal 29 al 30 novembre 2024
ore 21.00