Dall'omonimo romanzo di Michele D'Ignazio
Drammaturgia e adattamento di Michele D'Ignazio e Antonia Fama
Regia Marco Zordan
Con Antonia Fama e Marco Zordan
Una storia di confine, tra il restare e il viaggiare. Ispirata all’incredibile esperienza vera di una bottiglia lanciata nel mare con un messaggio, e di un naufragio sulle rive della Calabria. Due ragazzini guardano l’orizzonte, vedono lo stesso mare, affacciati su due sponde opposte. Murad vuole fortemente partire. Zaira vuole disperatamente restare. Una storia di confine. Tra la realtà e l’immaginazione. Tra il passato e il futuro. Tra il restare e il viaggiare. Ispirata all’incredibile esperienza vera di una bottiglia lanciata nel mare con un messaggio e di un naufragio sulle rive della Calabria. La scena è quella di Badolato, borgo ripopolato dai Curdi negli anni novanta in seguito allo sbarco della nave Ararat, grazie all’accoglienza di chi era restato. Dopo Il mio segno particolare, la Compagnia Walden torna in scena con una drammaturgia di nuovo ispirata a una storia vera, di coraggio, di accoglienza e di restanza.
Associazione Culturale Teatro Trastevere e Compagnia Walden
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