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Extract - Il nuovo palinsesto in streaming della Fondazione Romaeuropa

Extract - Romaeuropa Festival

Extract è il nuovo palinsesto in streaming della Fondazione Romaeuropa che vuole valorizzare e condividere il materiale e le storie raccolte nel suo archivio: spettacoli integrali estratti dalla storia recente del festival online e gratuiti, un percorso tra talk e contenuti speciali per riunire alcuni dei più grandi artisti della scena internazionale e tracciare le fila dei dialoghi intrapresi in trentacinque anni di storia.

11 febbraio – Aurelièn Bory Quest’que tu deviens

« Qu'est-ce que tu deviens? » (cosa sei diventato?), è una domanda tanto banale quanto terrificante. Dice che il tempo è passato e che sono avvenuti dei cambiamenti. Mette in discussione le scelte fatte e richiede una valutazione in loco. Congela il processo del divenire, che è per sua natura in movimento. Mostra interesse per la persona interrogata e persino amore, ma può anche essere un segno di disinteresse o disincanto. È un segnale di avvertimento, una puntura. C'è disperazione nel modo in cui chiede: "Cosa sei diventato?", Ma la speranza è ciò che guida l'evoluzione. Ci costringe a guardare il regno conosciuto dietro di noi, mentre il processo del divenire ci spinge nel futuro e nell'ignoto.

18 febbraio – Adrien M & Claire B Cinématique

Qual è la consistenza dei sogni nel presente delle innovazioni tecnologiche e della realtà virtuale? Le opere di Adrien M & Claire B sono una possibile risposta a questa domanda.
Il duo fondato nel 2004 dallo scienziato e giocoliere Adrien Mondot e della grafica Claire Bardainne incanta gli spettatori con una nuova versione di Cinématique. Il moto dei corpi - secondo la cinematica richiamata dal titolo dello spettacolo - è la chiave per far vibrare questo nuovo sogno a occhi aperti: un susseguirsi di paesaggi virtuali composti da elementi naturali, numeri, linee, punti, lettere e figure astratte che interagiscono, in tempo reale, con i corpi d’una danzatrice e un giocoliere, grazie ai sofisticati software sviluppati dagli stessi Adrien Mondot e Claire Bardainne. Ed è proprio il lavoro di sviluppo informatico, che ha impegnato i due artisti per ben più di tre anni, a permettere a corpi e oggetti protagonisti di Cinématique di acquisire nuove conformazioni fisiche e nuove possibilità di movimento: la danza, qui, si fa ludica e maliziosa, la giocoleria inscrive visionari rapporti con gli oggetti, mentre la musica di Christophe Sartori e Laurent Buisson fa vibrare poeticamente lo spazio e disegna nuovi territori da esplorare.
Perché a interessare Adrien M & Claire B è, prima di tutto, l’attività emotiva dello spettatore: a lui spalancano le porte dei sogni e dell’immaginazione, in lui annientano il confine tra sogno e realtà.

25 febbraio – Elli Papakonstantinou Traces of Antigone

Utilizzando Zoom come un vero e proprio palcoscenico virtuale in dialogo con la scena reale, Traces of Antigone di Elli Papakostantinou sembra formulare un nuovo linguaggio performativo per i nostri tempi. Con un testo in inglese, greco e svedese (sottotitolato in italiano) scritto dall’acclamata drammaturga Christina Ouzounidis e recitato da un cast internazionale tutto al femminile (Nalyssa Green, Serafita Grigoriadou, Gemma Hansson Carbone, Valia Papachristou, Katerina Papachristou, Sophia Manoli), la regista greca utilizza l’antico mito per indagare le molteplici sfumature dell’identità femminile tra musica, canto e immagine. Nasce un universo sensoriale ed elegante colmo di citazioni, un’affilata denuncia della violenze sulle donne e un inno alla libertà e alla fluidità di genere.

4 marzo – Robert Henke Lumìere III

Lumière III utilizza laser ad alta precisione per tracciare rapidesuccessioni di figure astratte su di uno schermo, in assoluta sincronia con il suono. Luci intense vanno in contrasto con buio assoluto, lenti movimenti e minuscoli dettagli assumono la stessa importanza di gesta brusche e improvvise. Il risultato è arcaico e futuristico allo stesso tempo, conferendo alle geometrie createsi molteplici chiavi di lettura: geroglifici, simboli di antichi linguaggi, architetture, sino a una dimensione che riporta panorami sintetici figli dei primi videogames (Tron su tutti), il tutto amplificato migliaia di volte. Anche l’uso della nebbia gioca un ruolo molto importante, permettendo ai fasci di luce di essere visibili e creando una scultura tridimensionale, dando vita a una connessione tra schermo, laser e auditorium. Lumière III è stato interamente realizzato su di un software scritto dall’artista stesso.

11 marzo – Jesus Rubio Gamo Bolero

Il Boléro di Ravel non è un monumento intoccabile, ma qualcosa che appartiene a ognuno di noi. A partire da questo presupposto il coreografo e danzatore spagnolo Jesús Rubio Gamo (Madrid, classe 1982), ritorna in scena con un nuovo spettacolo sulle celebri musiche di Ravel. Il suo Gran Bolero è un vero e proprio inno alla danza e al movimento, un lavoro sull’incontro con l’altro e sulla resistenza. Una lotta contro il tempo, fino a rimanerne spezzati.

18 marzo – Virgilio Sieni Solo Goldberg Variations

Lo spettacolo rappresenta il manifesto dell’arte coreografica di Virgilio Sieni, emblema delle sue ricerche sul corpo e sui linguaggi della danza e dell’arte, sempre protese a oltrepassare gli approdi formali e le codificazioni. In questo lavoro la musica di Bach definisce una metrica e un’architettura immateriale in cui il danzatore si iscrive attuando un continuo ripensamento del corpo e accennando a un articolato percorso di figure prostrate, tratte dall’arte italiana dal ‘300 al ‘600. Il corpo assimila le immagini del passato e diviene la soglia attraverso la quale riflettere sul futuro. Un viaggio del gesto da una figura all’altra, negli intrecci e i chiasmi, attraverso risonanze e svelamenti dell’opera d’arte.

25 marzo – Nicole Beutler 3: The Garden

Originale artista del panorama della nuova danza, Nicole Beutler concentra il proprio lavoro nel fuggire dagli stereotipi, creando un percorso artistico esternamente forte e attuale, del tutto fuori dagli schemi. Cos’è 3: The garden? Una riflessione filosofica? Un trattato teologico? Un’ironica presa di posizione che sottolinea il divario tra Uomo e natura? Avvalendosi di una regia semplice ma efficace, la coreografa olandese ci accompagna in un mondo che ancora deve nascere, o meglio, esplodere, in un universo dove l’unica cosa che esiste è il movimento, il gesto e l’unione. 3: The Garden è uno spettacolo diviso in tre atti, ed eseguito da tre coppie di danzatori. Passando per la descrizione della nota teoria del Big Bang, l’artista spinge a concentrare la nostra riflessione sull’importanza del contatto degli elementi, nel loro modo di combinarsi tra loro, nella capacità che un corpo ha di appropriarsi di uno spazio.

1 aprile – Jopu Alpuerto Ritter Babae

Se BABAE in Tagalog (lingua filippina) significa “donna” allora è un completo omaggio all’identità femminile la pièce presentata dalla coreografa e danzatrice Joy Alpuerto Ritter. Ad ispirarla, non a caso, è l’opera “Witch Dance” della danzatrice Mary Wigman. Fondendo la danza popolare e classica fiippina e i movimenti dell’hip hop e del voguing, Alpuerto evoca il potere e le pratiche mistiche di una danzatrice-strega e dà vita al dialogo di una donna con le qualità animalesche e sensuali del rituale e dell’energia.

Informazioni

Quando 
dal 14 Gennaio 2021 al 31 Maggio 2021
Contatti 
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Sito web: 
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Orari 

Dal 14 gennaio al 31 maggio 2021

Eventi online visibili sul sito e sul canale YouTube, talk da seguire sulla pagina Facebook

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