Da Cechov, Shakespeare, Artaud, Camus, Laforgue, Wilde, Stevenson, Melville, Nabokov, Edgar Allan Poe
Scritto e interpretato da Gennaro Duccilli
Con Eleonora Mancini e Giordano Luci
Regia Adam Reith
Scene Sergio Gotti
costumi Martina Aloise
Un attore rivive, tra incubi e realtà di palcoscenico, le sue interpretazioni più inquietanti: i Cattivi del Teatro si affacciano alle porte della sua coscienza malata. Da contrappunto un vecchio Juke-box, un misterioso suggeritore e il fantasma di un amore. Un viaggio nel labirinto della memoria di un attore sul finire della vita, che immerge lo spettatore nei recessi più oscuri e intimi del Teatro e della natura umana.
Attraverso un gioco di Maschere e trasfigurazioni, l’archetipo del personaggio malvagio è specchio di una vita vissuta al limite. E l’attore si lascerebbe andare, per stanchezza e disillusione, se non ci fosse il suo Daimon (nell’accezione di James Hillman) creatura multiforme nella mise en scene a dargli quella spinta creativa ancora una volta. E lo fa spingendolo nell’abisso nero ma vivificante dei personaggi oscuri, spronandolo a rivivere fino allo stremo le interpretazioni che hanno segnato il suo percorso artistico. Ecco apparire allora le maschere dell'innocenza perduta e dei sensi di colpa, allo stesso tempo pure e contaminate; le immagini di film visti in adolescenza e rielaborati in un rincorrersi di rimandi e citazioni; le prime esperienze teatrali, le paure, gli amori: e così le radici napoletane e i suoi Pulcinella si fondono con i Pierrot di Laforgue, e con l’abisso nero in cui si ritrova il Dr. Jekyll/Hyde di Stevenson o con i personaggi shakesperiani di Riccardo III, Otello, Iago, Shylock o con la terribilità dei Cenci di Artaud o nella ricerca dell'impossibile del Caligola di Camus o nel gioco perverso di Erode e Salomè di Wilde. E alla fine l'attore si ritrova al cospetto, come il capitano Achab di Melville, dell'ultimo mostro Moby Dick che ha sembianze straordinariamente umane e al contempo disumane, e lanciando l'arpione verso quel bianco abbacinante, trapassa e ricongiunge passato, presente e futuro nel frantumarsi di un vecchio specchio incrinato in cui si riflette una vecchia bambola rotta. Sullo sfondo, apparentemente bonario ma incombente il personaggio del Suggeritore/Morte (di cechoviana memoria), che accompagna l'attore.
Produzione Attori & Tecnici
Il programma potrebbe subire variazioni
Informazioni
Dal 13 al 24 novembre 2024
Dal martedì al sabato ore 21.00
Mercoledì 20 ore 17.00
Domenica ore 17.30