
Come ogni estate, l’Accademia di Francia a Roma presenta al pubblico i progetti dei sedici borsisti che hanno concluso il loro anno di residenza a Villa Medici. Lasciando l’intimità degli atelier, le opere Haig Aivazian, Bianca Bondi, Jérôme Printemps Clément-Wilz, Nicolas Daubanes, Abdessamad El Montassir, Alessandro Gallicchio, Amalia Laurent, Pierre-Yves Macé, Clovis Maillet, Nicolas Sarzeaud, Claudia Jane Scroccaro, Seynabou Sonko, Ana Vaz, Pierre Von-Ow, Lise Wajeman e Louisa Yousfi varcano così la soglia delle sale espositive.
Il titolo della mostra, curata da Lilou Vidal, si ispira al primo verso di una breve poesia della poetessa italiana Amelia Rosselli, nata a Parigi nel 1930, la cui lingua ritmica e dissidente sovverte i fondamenti del linguaggio normato e delle narrazioni dominanti. In un esercizio corale portato da una pluralità di voci, la mostra prende forma attraverso la varietà delle pratiche artistiche: dalla letteratura alla creazione musicale, passando per la storia dell’arte, le arti visive, la fotografia e il cinema.
La narrazione visiva è scandita da frasi scelte dai borsisti in risposta alle parole di Amelia Rosselli che invadono le pareti e le sale espositive della Villa come le pagine di un libro, grazie all’intervento tipografico di Montasser Drissi, invitato per l’occasione. Per tutta la durata della mostra è previsto un programma di performance, attivazioni e attività pedagogiche.
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