
Turchia e Italia si incontrano alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea con la mostra personale di Ahmet Güneştekin, il primo artista turco di origine curda a esporre le sue opere accanto ai capolavori della collezione permanente del museo. Le sculture, i dipinti e le installazioni monumentali di YOKTUNUZ (“eravate assenti”, in turco) raccontano la storia, i miti e le leggende delle civiltà anatoliche, del Mediterraneo e della Mesopotamia, da cui Ahmet Güneştekin trae ispirazione, evocandone il dolore e la resilienza.
Con un linguaggio espressivo polifonico che riesce a coniugare rigore formale e impegno sociale, Güneştekin ci accompagna in un viaggio emozionante alla scoperta di iconografie radicate in epoche e culture remote. Elemento centrale della sua poetica è il concetto di memoria: il ricordo degli invisibili, degli esclusi, delle minoranze che spesso restano tagliate fuori dai racconti ufficiali della storia. Dalla memoria nasce il bisogno di indagare e interpretare questioni sociali e ambientali, coinvolgendo lo spettatore sul piano visivo, intellettuale ed emotivo.
L’installazione principale che dà il titolo alla mostra è stata allestita nella sala neoclassica con il capolavoro di Antonio Canova “Ercole e Lica” ed è composta da centinaia di oggetti quotidiani raccolti sia tra le macerie di Diyarbakir, città patrimonio dell’Unesco e teatro di scontri nel conflitto turco-curdo, sia dalle rovine delle case distrutte nella provincia di Hatay dal terremoto nel 2023. Il nero dell’opera, cupo e profondo, contrasta con il nitore del marmo scolpito con magistrale intensità da Canova e trascende in un compianto universale.
Due delle opere esposte, “Il Sole dai sette occhi 2G” e “Sarcofagi dell’Alfabeto”, entreranno a far parte della collezione permanente della GNAMC, suggellando ulteriormente il legame tra Güneştekin e l’Italia, già patria della futura sede della sua fondazione che aprirà nel 2026 a Palazzo Gradenigo a Venezia.
Informazioni
