Bistrot64 si trova nel quartiere Flaminio, tra il museo Maxxi e l’Audiotorim Parco della Musica.
È collocato in quella che si potrebbe definire la zona dalle grandi strutture architettoniche contemporanee della città, senza essere distante dal centro e da Piazza del Popolo.
Intimo e dagli interni caldi ed essenziali, è il tipico neobistrot che parla il linguaggio dell’internazionalità gastronomica.
Tavoli in marmo e legno senza tovaglia con una mise en place minimal . Luci calde, legno al bancone e nell’arredamento, colori tenui.
L’identità del locale è quella gourmet pur avvicinandosi all’immagine accogliente del salotto di casa.
In un ambiente confortevole e legato all’essenzialità verrete accolti da un servizio di livello e dalla cucina identitaria dello chef.
È discussa e misteriosa l’origine del termine Bistrot, tipico locale francese in cui si consumano pietanze, vini e liquori. Ma la sua etimologia a noi piace pensarla, come alcune fonti riportano, proveniente dalla storia della parola russa bystro “Presto!”.
I locali parigini che nel periodo dell’occupazione russa erano affollati di soldati in cerca di distrazioni servivano da bere a questi ultimi che per paura di essere scoperti dai loro ufficiali gridavano a chi li serviva “быстро быстро” cirillico di “bistro bistro”.
Al Bistrot64 vivono culture diverse e non ci dispiace pensare che anche la nascita della stessa parola derivi da questo incontro, confronto, coesistenza (per noi gustosa) di identità culturali.
Un team di giovani professionisti appassionati spinti dalla voglia di fare qualcosa di diverso nel panorama della gastronomia capitolina. Il nostro lavoro potrebbe essere definito come alta cucina ‘morale’ perchè vicina a molti, ma soprattutto perché fatta di culture, di storie, innanzitutto le nostre.