Realizzata a partire dal 1763 per il cardinale Flavio Chigi, è un pregevole esempio di villa suburbana settecentesca, oggi in decadenza a causa dell'impropria separazione del casino, con funzione di sale per ricevimenti. La facciata principale è sottolineata da un ingresso con un portico coronato da un timpano di chiaro gusto neoclassico. Il giardino unisce prospettive settecentesche a movenze ondulate di gusto paesaggistico, dove una ricca scelta botanica si compenetra con fontane e aiuole rustiche. Se l'architettura della villa non è tra le maggiori espressioni del Settecento romano, è invece importante la decorazione pittorica che ricopre tutto l'interno.Dopo esser stata venduta e ricomprata dai Chigi, la villa è stata divisa in due parti: l'edificio di Villa Chigi e l'annesso giardino all'italiana, recentemente restaurato, sono di proprietà privata; una recinzione li separa dalla parte del parco accessibile ai visitatori. Alla fine degli anni ’70 il Comune di Roma avviò infatti un’azione espropriativa intesa ad assicurarsi almeno l'area del parco. L’edificio di Villa Chigi e l’annesso giardino all’italiana rimasero quindi di proprietà privata, separati dalla parte pubblica del parco da una recinzione. L’edificio della Villa è stato affidato dai proprietari in comodato alla comunità “Mondo X” per il recupero dei tossicodipendenti.Nel 2003 l'Amministrazione comunale realizzò i lavori di restauro del parco, con la riproposizione del disegno settecentesco.
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