Portuense201 è un distretto culturale e creativo che nasce all’interno del comprensorio della ex Vaccheria Riccioni costruita intorno al 1910. La struttura è stata interamente riconvertita in loft e studi, creando un luogo dove realtà di diversa natura ed entità si incontrano e interagiscono: si passa dall’arte all’architettura, dal design ecosostenibile al laboratorio di artigianato etico, dal cinema alle startup innovative.
LA STORIA - I primi progetti ritrovati per la costruzione della Vaccheria Riccioni, risalgono al 1913. L’area, alle spalle della nuova Stazione Trastevere, faceva parte della zona industriale romana degli Stabilimenti Mira Lanza, dei Mulini Biondi e, oltre il Porto Fluviale, dei Magazzini Generali e della Societa Anglo-Romana (ex Gasometri). Già dai primi progetti depositati si puó vedere la configurazione del comprensorio, ma nell’ultimo progetto in archivio presentato nel 1920 possiamo vedere le funzioni delle varie strutture: la latteria, la vaccheria, la tettoia per i carri, le stalle per i cavalli, l’abitazione del fattore e i magazzini. Il comprensorio era adibito alla produzione e vendita del latte, la stalla ospitava infatti sette mucche svizzere per la produzione del latte da vendere nella bottega fronte strada. L’attività della vaccheria duró fino agli anni 50, quando fu chiusa per la troppa vicinanza alla nuova città che si stava formando. Da questi anni in poi il complesso ha ospitato laboratori artigianali di varia natura come fabbri e falegnami, e infine lasciato in disuso. Grazie alla volontà degli eredi il complesso è stato interamente recuperato con estrema sensibilità per l’architettura esistente, riconvertendo gli spazi in una nuova formula culturale: dal contesto contadino ai laboratori artigiani, ora loft e studi creativi popololano il borgo, creando la “terza fase” di vita del complesso.
Portuense201 si inserisce in un’area che si espande dall’ex Mattatoio di Testaccio alla alla ex zona industriale di Ostiense, in continuità con un’idea di recupero che ha investito le aree dismesse di una Roma un tempo sospesa tra la campagna e l’industria, e che ormai comprende numerose nuove realtà di rilievo internazionale.
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