25 anni con/senza Gian Maria Volonté
Nel 25° anniversario della scomparsa di Gian Maria Volonté, Roma ricorda il grande attore con due giornate di proiezioni, dibattiti e incontri.
«“È morto sul set”, titolavano i giornali subito dopo il 6 dicembre 1994. È quello il giorno in cui Gian Maria Volonté viene trovato senza vita in un albergo di Florina, nella Grecia settentrionale, mentre è impegnato nelle riprese del film Lo sguardo di Ulisse diretto da Theodoros Anghelopolus, dentro uno scenario spettrale tra il freddo e un teatro di guerra. Quell’uomo, dai lunghi e maestosi capelli bianchi, era stato umanamente allontanato da un Paese, il suo, con cui negli anni aveva fatto a botte come lo si fa con un’amante che infine ti tradisce nel più impensabile e doloroso dei modi: si dimentica di te» (dal libro Gian Maria Volonté. Recito dunque sono di Giovanni Savastano, ed. Clichy). L’omaggio a uno dei più grandi attori del Novecento, per coltivarne la lezione e la memoria, è una iniziativa promossa dalla Scuola d’Arte Cinematografica Gian Maria Volonté, dal Centro Sperimentale di Cinematografia, dalla manifestazione annuale La valigia dell’attore (dedicata al lavoro d’attore e intitolata a Volonté), dalla rassegna Io sto con Volonté e dal gruppo Memoria Volonté, con il sostegno di Artisti 7607 e del Museo Nazionale del Cinema di Torino.
15.30 Sacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo (1971, 125’)
La storia di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, due immigrati italiani accusati di rapina a mano armata e omicidio e condannati alla pena di morte, malgrado l’assenza di prove a loro carico. Premio per la migliore interpretazione a Riccardo Cucciolla al festival di Cannes. Le canzoni La ballata di Sacco e Vanzetti e Here’s to You sono eseguite da Joan Baez. «Esaminando i documenti del processo, io e Fabrizio Onofri, lo sceneggiatore, fummo colpiti dalla ferocia con cui Sacco e Vanzetti furono giudicati, dall’accanimento giudiziario nei loro confronti in quanto italiani e in quanto anarchici. Fu un processo politico, razzista e xenofobo. Tanto è vero che il titolo di lavorazione del film era Intolerance 1921. Poi pensammo di non disturbare il grande padre Griffith…» (Montaldo).
a seguire
Incontro moderato da Fabio Ferzetti con Roberto Cicutto, Fabrizio Deriu, Felice Laudadio, Franco Montini, Giovanni Savastano
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