Il pubblico è invitato ad accedere alla Chiesa di Santa Maria in Cappella e a seguire un percorso guidato sino al primo piano dell’Ospitale, dove Silvia Giambrone, costruendo una drammaturgia che si riconnette ai temi più urgenti del contemporaneo, interrogando il senso del sacro e la sua incarnazione nella storia attraverso diverse tradizioni e culture.Per costruire la performance Silvia Giambrone, dopo una visita all’Ospitale in cui è stata ispirata dal misticismo di Santa Francesca Romana (1384–1440), si è dedicata all’analisi di testi di diversa natura, dal Novecento a oggi, testi che attingono alle culture cristiana cattolica, musulmana, ebraica, laica e atea, ritrovando però nell’amore mistico un denominatore comune. Fra questi ricordiamo i libri di Clarice Lispector (1920 – 1977), scrittrice, giornalista e traduttrice ucraina naturalizzata brasiliana, dai cui brani è stato tratto il titolo della performance, o il libro A noi restano le parole scritto da Azdyn Amimur, padre di uno dei terroristi del Bataclan, e ancora quelli di Georges Salines, padre di uno delle vittime del Bataclan. Performance prodotta da Studio Stefania Miscetti.
Il programma potrebbe subire variazioni
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