Il convegno su Tiziano Vecellio a Roma intende evocare un incontro mentale e un confronto con i più grandi giganti dell’epoca, da Michelangelo a Raffaello. Già Lodovico Dolce riconosceva nell’opera di Tiziano sia gli elementi retorici di Michelangelo sia la grazia di Raffaello. Il soggiorno di Tiziano a Roma viene analizzato sotto diversi aspetti, in particolare in relazione agli inevitabili cambiamenti impressi agli originari caratteri veneziani della sua arte.I dati in nostro possesso relativi al periodo in cui Tiziano risiede a Roma (alcuni mesi da ottobre 1545 a 1546, mentre in marzo riceve 'la cittadinanza onoraria romana') – sono scarsi; sappiamo tuttavia che il grande maestro veneziano rimase affascinato dell’arte antica e pagana.La Villa Farnesina, con gli affreschi a tema mitologico di Raffaello, insieme a quelli del suo collega veneziano Sebastiano del Piombo, influì certamente sulla famosa Danae (Napoli). I rapporti con la corte papale non portarono ai risultati sperati. In seguito al suo soggiorno a Roma lo stile dal maestro cambia completamente: Tiziano intende distinguersi dai grandi maestri come Raffaello o Michelangelo e non vuole imitarli.
L'obiettivo di questo incontro è accendere i riflettori sul momento del massimo cambiamento nel linguaggio artistico del cadorino sotto l'impressione della pittura romana del pieno Rinascimento e sotto l'influsso dell’antichità.
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