Il Mio Filippino: For Those Who Care to See

Dal 20 giugno, SPAZIO GRIOT ritorna al Mattatoio nella Pelanda con la programmazione artistica Rifrazioni. La programmazione include performance, conversazioni, live set e la prima personale del regista e artista Liryc Dela Cruz, Il Mio Filippino: For Those Who Care to See, a cura di Johanne Affricot e Eric Otieno Sumba.
 
La ricerca pluriennale di Dela Cruz sulla diaspora filippina in Italia, parte della quale è stata condotta presso il programma di residenza di ricerca e produzione artistica Prender-si cura 2022 del Mattaoio, si concentra sulle lavoratrici domestiche, cercando di comprendere gli stati di esaurimento e le pratiche di riposo e cura che sono associate alle loro vite. 
 
Il public program si svolgerà al Mattatoio di Roma e da Exp - Caffè delle Esposizioni, dal 20 al 27 giugno.

Liryc Dela Cruz (1992) è un artista e regista originario di Tupi, South Cotabato, Mindanao, Filippine, e ora residente a Roma. Le sue opere sono state selezionate e proiettate in diversi festival cinematografici internazionali ed eventi artistici. Il suo primo cortometraggio The Ebb of Forgetting è stato presentato in anteprima al prestigioso 68° Festival di Locarno. I suoi film sono tematicamente legati alle sue origini, alla sua storia e alla sua psicologia personale. I suoi lavori al di fuori del cinema si concentrano sulla cura, le pratiche indigene, le pratiche decoloniali, le Filippine post-coloniali, la tratta degli schiavi transpacifica e l'ospitalità. Dela Cruz è stato uno dei principali collaboratori del regista indipendente filippino Lav Diaz. È anche considerato uno dei rappresentanti del movimento slow cinema (Ji.hlava IDFF '18). Nel 2020 è stato selezionato come uno dei giovani registi emergenti di Berlinale Talents durante il 70° Festival Internazionale del Cinema di Berlino. Dela Cruz è stata anche mentore della scienziata politica e attivista francese Françoise Vergès durante il Mediterranean Ecofeminist Decolonial Union for Self-Education a Lecce, Italia. Nel 2021 ha debuttato con una performance al Teatro di Roma come parte del suo progetto di ricerca in corso Il Mio Filippino/a, un progetto che sta continuamente sviluppando con gli operatori di pulizia e assistenza filippini. Lo stesso progetto è stato anche premiato da Artissima - Torino Social Impact Art Award per l'anno 2020 e dal Mattatoio di Roma per il programma di residenza Prender-si cura nel 2022. Nello stesso anno, Dela Cruz è diventato borsista della TBA21 (Thyssen-Bornemisza Art Contemporary) Ocean Fellowship, dove ha iniziato il suo nuovo progetto Ocean as a Space of Perpetual Care, un progetto basato sulla cura e l'ospitalità indigena dei filippini pre-coloniali e sul diario di Antonio Pigafetta. Si è esibito anche durante la 59ª Biennale di Venezia nell'ambito del Padiglione Sami e di aabaakwaad. Recentemente è stato anche selezionato come uno degli artisti in residenza dall'Academy in Exile della Freie Universität di Berlino. Nel 2023, Dela Cruz ha presentato la sua ricerca Eternal Care & Hospitality: Tools for the Revolution come artista mentore presso l'École Nationale Supérieure d'Arts de Paris-Cergy. Recentemente, è stato selezionato come uno degli artisti del Festival di Santarcangelo per l'IN EX(ILE) LAB 2023-2024. Recentemente ha anche presentato in anteprima al Far East Film Festival di Udine la sua nuova performance di ricerca Kay Kami Mga Mananap (Because We Are Beasts), una rivisitazione dell'artista sul concetto precoloniale di intimità ed erotismo nelle Filippine precoloniali.