L'urbanizzazione della zona limitrofa a Villa Farinacci, specie quella più recente, ha evidenziato, in aggiunta ai molti resti già noti, la presenza di necropoli e strutture residenziali lungo l'antica direttrice viaria che collegava Roma dapprima a Ficulea e poi a Nomentum (Mentana).
In epoca medievale la zona era compresa nel fondo di Aguzzano che risulta citato per la prima volta nel X secolo quale possesso del Monastero di San Silvestro in Capite. Nel 1487 l'area della tenuta in prossimità di via Nomentana venne acquistata dall'Ospedale del SS. Salvatore che la rivenderà dopo un lunghissimo periodo, nel 1796, a Marcantonio Borghese.
Nel corso del Novecento la zona verrà gradualmente occupata dal Carcere di Rebibbia, dall'omonima borgata.
Il 29 luglio 1940 il gerarca fascista Roberto Farinacci (1892/1945) chiese la licenza edilizia per costruire una casa rurale con deposito di cereali e uso privato, su un terreno di sua proprietà nell'area di Aguzzano. Il progetto, redatto dall'architetto Lorenzo Chiaraviglio (1910/1973), prevedeva un modello di casale in stile razionalista utilizzando materiali, quali cortina e travertino, tradizionali dell'edilizia rurale romana.
Gli ambienti al pianterreno erano destinati ad usi funzionali, quali rimessa, ufficio e deposito cereali. Al primo piano c'erano le camere da letto e il soggiorno, mentre la torre conteneva, nei vari piani, il granaio e i serbatoi dell'acqua.
Alla fine degli anni '60 la villa fu adibita a ristorante.
Nel 1975 l'edificio è stato espropriato agli eredi Farinacci ed è entrato a far parte della proprietà del Comune di Roma. Il bene fu acquisito dall’Amministrazione comunale con decreto di esproprio della Giunta Regionale Lazio del 1975 a carico della famiglia Farinacci
L’edificio
La Villa fu costruita nel 1940 su progetto e direzione dei lavori dell’architetto Lorenzo Chiaraviglio (Roma 1910-Roma 1973), professionista e docente universitario, incaricato alla realizzazione della residenza romana del gerarca fascista Roberto Farinacci (Isernia 1892-Vimercate1945), in un fondo agricolo di proprietà di quest’ultimo.
Il progetto approvato dalla Commissione Edilizia del Governatorato di Roma il 1° ottobre 1940, fu presentato per la costruzione di “una casa ad uso rurale per il conduttore proprietario del fondo”, ma la sua effettiva realizzazione lasciò il posto più ad esigenze residenziali di rappresentanza che propriamente agricole, assemblando tecniche costruttive tradizionali con tecniche moderne ed elementi architettonici e materiali interpretati con il linguaggio razionalista del ventennio.
Il risultato fu in ogni caso quello di un interessante esempio di residenza rurale tra le due guerre, ad oggi “perduto” alla visione e all’uso, con alcuni elementi architettonici significativi, come la torre, il patio, i portici ed i colori delle belle pavimentazioni interne in marmo.
La Villa ricopre un’area di circa 4500 mq. La superficie complessiva dell’edificio è pari a circa 830 mq, con una cubatura di circa 3000 mc.
Information
open from dawn to dusk
Location
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