L'area giochi è quella realizzata nel 2000 dal Comune di Roma con i fondi pubblici del Giubileo, che versava in stato di abbandono.
Si trova tra i padiglioni 18, 31 e 32 del Parco del Santa Maria della Pietà.
Il recupero dell'area giochi (2015) e la trasformazione in Parco Cavallo è a cura di:
- La Bella Lavanderina
- Interazioni Urbane www.interazioniurbane.org
www.interazioniurbane.org/wp-content/uploads/2015/04/IU_bando_una-storia-per-Marco-Cavallo.pdf
- Cooperativa Il Grande Carro www.ilgrandecarro.it
Vi domandate perché proprio Parco Cavallo?
Ecco la storia:
C'era una volta, in un tempo non troppo lontano, un piccolo villaggio dentro la città di Trieste che si chiamava Manicomio. Questo villaggio era circondato da alte mura e forti cancelli ed i suoi abitanti erano molto tristi perché non potevano mai uscire né per fare una passeggiata, né per comprare qualche cosa di bello o di buono da mangiare. A dirla tutta, gli abitanti di quel villaggio, che venivano chiamati “matti”, erano come chiusi in gabbia e venivano trattati molto male... per questo erano molto tristi, e, a volte, anche molto arrabbiati.
In questo villaggio viveva un cavallino che si chiamava Marco e tutti i giorni portava con il suo carretto la biancheria sporca alla lavanderia. Un giorno, visto che Marco era ormai molto vecchio e stanco, il suo padrone decise che era arrivato il tempo di portarlo al macello. Ma tutti gli abitanti del villaggio volevano molto bene a Marco, e tanto dissero e tanto fecero, che alla fine Marco Cavallo fu salvato e finì i suoi giorni in vacanza, ospite in una bellissima fattoria in campagna.
Un giorno il nuovo sindaco del villaggio, che si chiamava Franco, decise che la tristezza doveva finire, e così chiamò suo cugino Vittorio ed altri consiglieri ed aiutanti e, insieme, decisero che bisognava costruire qualcosa di bello e grande che aiutasse a liberare gli abitanti del villaggio.
Così organizzarono una riunione alla quale invitarono tutti quanti e, insieme, parlarono e discussero per decidere cosa costruire di tanto bello e di tanto grande. Ad un certo punto la signora Angelina esclamò: “costruiamo un cavallo!”, e tutti furono d'accordo e subito cominciarono a lavorare...
Piano piano il cavallo, che chiamarono Marco, come quello che trasportava il carretto della biancheria, cominciò a prendere forma, alto e grande. Quando fu finito, di nuovo gli abitanti del villaggio si riunirono e cominciarono a discutere per scegliere il colore con cui sarebbe stato dipinto... alla fine si decisero per l'azzurro: azzurro come il cielo, azzurro come la libertà.
Marco Cavallo era grande e forte ed aveva una enorme pancia vuota... Angelina pensò che sarebbe stato bello metterci dentro tutti i sogni e i desideri degli abitanti del villaggio. Così Tinta disse: “io ci voglio mettere un orologio!”; ed Eugenio: “io una motocicletta”; e gli altri: “una sciarpa rossa, il risotto coi funghi, la polenta con le seppie, un fiore, un burattino, fieno e formaggio, una bambolina, una canzone, l'insalata di pesce, una stella cometa, la bicicletta...”; ed ancora, Gabriele: “un supereroe, la mia famiglia, la corona il mantello l'anello e la collana della regina, la libertà!”.
Adesso Marco Cavallo aveva davvero la pancia piena, e così decise di andare a spasso per il Paradiso Terrestre, un meraviglioso giardino pieno di alberi bellissimi, fiori e frutti succosi. Lì incontrò la sua Amica, che gli voleva molto bene, e con lei continuò a correre e giocare nel Paradiso.
Un giorno gli abitanti del villaggio, stanchi di essere sempre chiusi dentro quelle alte mura, decisero che volevano uscire nella città insieme a Marco Cavallo, alla sua Amica e alla sua pancia piena di sogni e desideri. Così prepararono strumenti musicali e bandiere, si vestirono di tutto punto e si prepararono per la gran festa... ma proprio sul più bello, quando stavano per uscire, si accorsero che Marco Cavallo era troppo grande e non passava dalla porta. Il cavallo azzurro iniziò allora a nitrire e sollevare gli zoccoli finché, presa una gran rincorsa, sfondò lo stipite della porta e corse fuori
libero e felice... seguito da tutti gli abitanti del villaggio, che tra canti e danze attraversarono tutta la città di Trieste di fronte agli occhi attoniti dei triestini.
Da quel momento Marco Cavallo se ne va in giro per il mondo e non si è mai fermato!
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