Sin dai primi anni del Ventesimo secolo, il Vittoria era il teatro di Testaccio. Una palazzina a due piani che affacciava su una piazza sterrata, con una chiesa maestosa e nuovissima a farle da contraltare.
Al Vittoria in quegli anni si faceva il varietà. Dopo la guerra, quando la furia edilizia impazzava nella capitale, quell'edificio venne abbattuto. Al suo posto sorse un condominio, moderno e confortevole che, al piano terreno ospitava un cinema. Un cinema grande, con una platea e una balconata, che per molti anni fu il punto di riferimento per lo svago dei testaccini.
A costruire il nuovo cinema Vittoria, fu l'imprenditore Amati, proprietario di numerose sale a Roma e non solo. Il cinema visse e sopravvisse fino alla fine degli anni Settanta quando, ormai fatiscente in un quartiere degradato, chiuse. A maggio del 1986 iniziarono i lavori di ristrutturazione per trasformare il vecchio cinema in teatro di prosa. Attilio Corsini, capitano della cooperativa Attori & Tecnici, incaricò del progetto il celebre e quotato architetto Enrico Nespega. I lavori furono completati a tempo di record e a dicembre del 1986, il teatro Vittoria - nella sua veste attuale - aprì le porte al pubblico: 560 poltroncine di velluto rosso davanti a un grande palcoscenico.
Da allora il Vittoria non ha mai smesso di far divertire i romani. Con ospiti internazionali, produzioni della cooperativa Attori & Tecnici (su tutte, Rumori fuori scena), compagnie prestigiose, grandi mattatori. Il teatro ha resistito a tentativi di sfratto, congiunture economiche, televisioni, multisala e videogiochi, perfino alla prematura scomparsa di Attilio Corsini, nel 2008.
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