Un’iniziativa simbolica, un’occasione speciale per poter ammirare gli alberi più antichi d’Italia riuniti in un’unica, affascinante cornice: nel settembre 2013 apre nel sito archeologico di Villa dei Quintili il Giardino dei Patriarchi, un’area dedicata a ospitare 20 alberi nati per talea dai patriarchi verdi di tutte le regioni d’Italia.
Archeologia vegetale e archeologia di pietra si incontrano in un angolo di campagna romana, i più vecchi testimoni della nostra storia sono riuniti all’ombra della più grande villa romana del suburbio. Una vera e propria banca del germoplasma, poiché le giovani piante non sono i figli, bensì i gemelli degli alberi monumentali più significativi del nostro Paese.
Di seguito i venti Patriarchi che, regione dopo regione, rappresentano il nostro Paese, i suoi diversi paesaggi e ambienti, con essenze secolari o addirittura millenarie. Un omaggio quindi all’Unità d’Italia in uno dei luoghi più belli e significativi della sua Capitale.
- Valle d’Aosta: pero Brusson (il pero più grande e vecchio della Val d’Aosta)
- Piemonte: melo PUM dal Bambin (uno dei meli più grandi del Piemonte)
- Liguria: olivo di San Remo millenario (l’olivo più antico della Liguria)
- Lombardia: ciliegio di Besana in Brianza (forse il ciliegio selvatico più grande d’Italia)
- Trentino Alto Adige: melo di Fondo (il melo più vecchio d’Italia e forse d’Europa)
- Friuli Venezia Giulia: melo di Campone (il più grande del Friuli) 150 anni,
- Veneto: olivo di San Vigilio (olivo millenario sulle rive del Garda)
- Emilia Romagna: cotogno antico Faenza (fra i più vecchi d’Italia, produce frutti quasi privi di tannino che si mangiano come mele)
- Toscana: corniolo di Montieri (fra i più grandi d’Italia)
- Marche: olivo di Campofilone (fra gli olivi più longevi delle Marche)
- Umbria: noce di Poggiodomo, Perugia, (il più grande d’Italia di oltre 5 metri di circonferenza)
- Abruzzo: fico Reginella di Bucchianico (antica varietà locale)
- Molise: olivo di Veanfro (millenario, coltivato già in epoca romana)
- Lazio: melograno di Roma (San Giovanni in Laterano, fra i più vecchi d’Italia)
- Campania: vite di Taurasi (vite plurisecolare e di dimensioni enormi)
- Puglia: fico di Otranto (varietà autoctona, fra le più antiche)
- Basilicata: olivo maiatica di Ferrandina (olivo millenario, il più antico della Basilicata)
- Calabria: vite Mantonico di Bianco (vitigno risalente all’epoca magno-greca)
- Sicilia: vite Corinto Bianco (vitigno portato in Italia dai Greci oltre duemila anni fa)
- Sardegna: olivo Luras (3800 anni, il più antico d’Europa, 13 metri di circonferenza)
Il progetto del giardino ha contemplato camminamenti disegnati da siepi divisorie, composte da essenze arbustive autoctone come: alterno, ginestra odorosa, ginestra dei carbonai, scotano, agno casto, sanguinello, fragola e altre essenze.
Il progetto è stato realizzato dalla Soprintendenza Archeologica di Roma in collaborazione con l’Arpa Emilia Romagna, il ministero dell’Ambiente, l’Ispra e il comitato per la Bellezza, con il patricinio della Regione Emilia Romagna e l’adesione del Presidente della Repubblica.
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