La tenuta di Tor Marancia sorprende per il suo carattere incontaminato e ricco sia da un punto di vista botanico che faunistico. Numerose anche le evidenze archeologiche: tracce di frequentazione antropologica dell’area sono attestate fin dal Paleolitico medio (da 70.000 a 35.000 a.C.), con un uso agricolo dall’età romana fino ai giorni nostri.
La tenuta è delimitata ad occidente dal margine naturale della Marrana dell’Annunziatella, a nord e ad est da Via delle Sette Chiese, Via Ardeatina e Vicolo dell’Annunziatella.
Dai resti di modeste abitazioni rustiche alle grandi ville patrizie di epoca romana, Tor Marancia è caratterizzata dalla presenza di numerosi insediamenti residenziali di epoca romana. Il più monumentale è la Villa dei Numisii, una ricca abitazione della metà del II secolo d.C. appartenuta a Numisia Procula, come indicato dal bollo recante il nome della proprietaria stampato su una tubatura in piombo rinvenuta nella tenuta. Il nome di Tor Marancia deriva probabilmente da quello di Amaranthus, liberto che prese in gestione la villa dei Numisii, ora non più visibile in quanto distrutta dalle cave aperte sulla destra della Via Ardeatina.
La Torre Marancia, che faceva parte di un complesso sistema difensivo che caratterizzò la zona in epoca medievale, si trovava su via delle Sette Chiese nell'attuale proprietà degli Horti Flaviani, nei pressi delle Catacombe di Domitilla. Essa andò distrutta tra la fine del XVI e la metà del XVII secolo, poiché nella mappa del Catasto Alessandrino del 1660 già non è più presente.
Nella zona non mancano resti di strade basolate e dei monumenti funerari che vi si affacciavano, nonché di necropoli che si estendevano lungo le direttrici delle vie Ardeatina e Laurentina (una delle più grandi si trovava lungo Via di Grotta Perfetta nei pressi della Chiesa dell’Annunziatella).
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