Il Parco delle Tombe di Via Latina è uno dei complessi funerari di maggior rilievo del suburbio di Roma che conserva ancora intatto l'aspetto tradizionale dell'antica campagna romana.
Fu istituito nel 1879, a seguito dell’acquisizione da parte dello Stato di una vasta area in cui erano stati portati alla luce notevoli resti di età romana, grazie alle scoperte e agli scavi eseguiti da Lorenzo Fortunati, un insegnante con la passione per l'archeologia.
Nel sito, che copre un’area di due ettari, si può tuttora ammirare un tratto di basolato originale dell'antica Via Latina, ricca di monumenti funebri e testimonianze storiche dall'età repubblicana all'alto medioevo. Utilizzata dagli Etruschi per colonizzare la Campania nel VIII-VI secolo a.C. e definitivamente tracciata dai Romani nel IV-III secolo a.C per congiungere Roma a Capua, la via rimase un’arteria fondamentale per raggiungere Napoli anche in età medievale.
Il Parco custodisce le ricche tombe risalenti al I-II secolo d.C., con decorazioni policrome sulle facciate e all’interno, tra affreschi con scene funerarie, pavimenti in mosaico e volte rivestite d’intonaco dipinto e a stucco, ancora in perfetto stato di conservazione.
Vicino all'ingresso è il cosiddetto Sepolcro dei Corneli o Barberini, dal nome della famiglia aristocratica, ultima proprietaria dell'area. Il monumento funerario, databile al II secolo d.C., è costituito da due piani sopraterra e un ipogeo, una camera sepolcrale sotterranea. Il piano superiore presenta una volta a crociera rivestita di intonaco affrescato a sfondo rosso ed elementi in stucco, con gruppi di personaggi, vittorie alate su bighe, amorini, animali marini, uccelli, miti e sfondi architettonici.
Sul lato destro della Via è il cosiddetto Sepolcro dei Valerii, databile tra il 160 e il 170 d.C., con un ambiente sepolcrale dall'elaborata decorazione in stucco bianco di 35 medaglioni, con soggetti dionisiaci, figure femminili e animali marini, e riquadri che adorna le lunette e la volta a botte dell’ambiente sotterraneo. Nel tondo centrale è rappresentata una delicata figura velata a dorso di un grifone, a simboleggiare la defunta portata nell’aldilà.
Di fronte è il Sepolcro dei Pancrazi, della fine del I secolo d.C., così chiamato per il riferimento di due iscrizioni che citano il collegio funeratizio dei "Pancratii": il sepolcro presenta due camere sepolcrali con mosaici pavimentali e volte e pareti affrescate con scene mitologiche, paesaggi naturali e architettonici, immagini femminili e di animali, in colori estremamente brillanti e stucchi in eccellente stato di conservazione. Al centro di una delle camere ipogee si trova un grande sarcofago in marmo greco.
Nell'area alle spalle del sepolcro, sono visibili i resti di una grande villa realizzata alla fine del I secolo d.C. e abitata sino agli inizi del IV secolo, quando Demetriade, discendente della famiglia degli Anicii, fece erigere una basilica dedicata a S. Stefano Protomartire, meta di pellegrinaggi ancora sino al XIII secolo.
Photos: Archivio Parco Archeologico Appia Antica - MIC
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Informazioni
L'apertura delle tombe all'interno del parco è da verificare sul sito.
Location
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