Una riflessione sul rapporto con l’Altro attraverso una meditazione sugli animali e sugli ecosistemi in cui vivono: lo spettacolo portato in scena al Teatro India dalla danzatrice e coreografa Annamaria Ajmone, riconosciuta interprete della scena contemporanea, è una creazione in forma di solo che prende spunto dalla pratica del tracciamento degli animali delineata dal filosofo francese Baptiste Morizot nel saggio Sur la piste animale.
L’esercizio di seguire le piste attraversate dagli animali selvatici nei boschi e nelle foreste si riflette nella struttura della performance: la danza si dispiega in una serie di esperimenti che scompongono e ricompongono l’arte di tracciare ed essere tracciati, di ricercare e nascondersi, per individuare nuove ipotesi di convivenza con la natura. A fungere da tessuto connettivo sono segnali e strumenti percettivi misteriosi, ispirati a diverse specie.
Come suggerisce il titolo, tratto da una lettera della poetessa Emily Dickinson a Otis Lord, animale e vegetale si fondono nell’oscurità della foresta notturna, mentre frane e richiami irrompono spezzandone la quiete. Una foresta né vergine né idealizzata, ma tecno-naturale, che include e trasforma i segni lasciati dai propri abitanti. Ideata insieme a Stella Succi, la performance è arricchita da set, styling e immagini dal forte impatto visivo di Natália Trejbalová, con costumi di Jules Goldsmith e musiche di Flora Yin Wong.
Foto teatrodiroma.net, Andrea Pizzalis
Informazioni
Martedì 1 e mercoledì 2 marzo 2022
Ore 20.00