Pagliacci

Ridi Pagliaccio, e ognun applaudirà!
Tramuta in lazzi lo spasmo ed il pianto;
In una smorfia il singhiozzo e il dolore…
Ridi Pagliaccio, sul tuo amore infranto!
Ridi del duol che t’avvelena il cor!
(Canio, Atto I, Scena 4)

Il capolavoro di Ruggero Leoncavallo torna in scena al Teatro dell’Opera, che sceglie il titolo del compositore napoletano per celebrare Franco Zeffirelli nel centenario della sua nascita.

L’opera lirica in due atti di impronta verista era uno degli spettacoli più amati dal celebre regista, che ne curò regia e scene nello straordinario allestimento creato nel 1992 proprio per il Teatro Costanzi, ripreso in seguito con grande successo.

Pagliacci, ispirata a un fatto reale, è ambientata in una città in rovina del Sud Italia negli anni Sessanta, dove, a bordo di un camper, arriva una compagnia di attori, saltimbanchi e giocolieri. Qui, sullo sfondo di una casa di ringhiera, i protagonisti si muovono tra finzione e realtà, dando vita a una drammatica e cruenta storia di passione, odio e gelosia.

La direzione musicale è affidata a Daniel Oren, che torna sul palco capitolino dopo tredici anni, già sul podio alla prima rappresentazione dello spettacolo, con la regia di Zeffirelli ripresa da Stefano Trespidi e le luci di Vinicio Cheli.

In scena, con i vivaci costumi di Raimonda Gaetani, un cast prestigioso: Nino Machaidze e Valeria Sepe (Nedda – Colombina); Brian Jagde (Canio), al doppio debutto a Roma e nel ruolo, che si alterna a Luciano Ganci; Amartuvshin Enkhbat e Roman Burdenko (Tonio-Taddeo); Matteo Falcier (Beppe); Vittorio Prato (Silvio).

Foto: C.M. Falsini