Maqam

Lo spettacolo di danza contemporanea in scena al Teatro India riprende la parola araba Maqam che ha molteplici significati: “luogo”, “scala musicale”, “stazione spirituale”, ma soprattutto indica il sistema di organizzazione melodica della musica araba tradizionale, una tecnica di improvvisazione largamente praticata in tutto il Medio Oriente.

La performance si basa sul connubio e la contaminazione tra il canto del jazzista trombettista di origine irachena Amir ElSaffar, profondo conoscitore della tradizione del maqam iracheno e la musica del compositore elettronico Lorenzo Bianchi-Hoesh. I due artisti sanno creare un affascinante universo spirituale che coniuga tradizione e contemporaneità, sperimentazione ritmica e tecniche vocali mediorientali accompagnate col santur, una cetra su tavola suonata da ElSaffar. La danza è caratterizzata da un movimento rotatorio intermittente e da volteggi ascensionali che i ballerini eseguono a turno entrando e uscendo di scena, disponendosi dentro spazi caratterizzati da buio e semioscurità, squarci luminosi e tagli netti. Seguono, a intervalli, una serie di convulsi intrecci in più direzioni, con i corpi che si toccano, si sfiorano, si bloccano per poi riprendere i movimenti che il gruppo dei danzatori attiva nuovamente, all’interno di un tessuto sonoro ipnotico e avvolgente. 

Il gruppo di danzatori mk protagonisti di questo spettacolo, è stato fondato nel 1999 dal coreografo Michele Di Stefano e si occupa di coreografia e performance; ruota intorno a progetti condivisi e trasversali, tra i quali la stretta collaborazione con il musicista Lorenzo Bianchi-Hoesch. I danzatori mk hanno inoltre partecipato ai più importanti festival della nuova scena in Italia e all’estero.

Foto: sito ufficiale del Teatro India