
La mostra riunisce per la prima volta in Italia cinquantacinque opere in bronzo, ceramica e resina dello scultore fiammingo, poste in dialogo con stampe, arazzi e bassorilievi di artisti del passato come Lucas Van Leyden, Hans Baldung, Jacques Callot, Barthel Beham e Paul van Vianen, attivi tra il Cinquecento e il Seicento, ai quali Creten si ispira e che rivelano le sue preoccupazioni, dal punto di vista artistico, storico, politico e filosofico.
Originale e controcorrente, Johan Creten si è saputo distinguere fin dagli anni Ottanta per il suo uso innovativo della ceramica ed è oggi una delle figure di maggiore rilievo nella scena artistica contemporanea. Dalle opere esposte, alcune delle quali realizzate appositamente per la mostra tra il 2019 e il 2020, emergono però anche la sua capacità tecnica e la sensibilità plastica nella realizzazione di sculture monumentali in bronzo, come “De Vleermuis” (Il Pipistrello), presentato nei giardini di Villa Medici.
Nelle sculture di Johan Creten non c’è alcun riferimento alla morale, alla sanzione o alla censura. I peccati che danno titolo all’esposizione non sono del resto i sette peccati capitali: sono piuttosto uno specchio della condizione umana, con i suoi tormenti individuali e sociali, con la sua fallibilità e con quell’intrecciarsi di desiderio e dolore, speranza e pena, lussuria e collera, amore e morte che caratterizza la nostra vita.
Informazioni
Dal 3 febbraio al 23 maggio 2021
Aperta tutti i giorni tranne martedì, sabato e domenica
Per gli orari di apertura e le prenotazioni consultare il sito ufficiale
