I canti di Eurasia

E’ in corso la mostra I canti di Eurasia alla Cappella Orsini, un insolito percorso espositivo che intende creare quasi l’illusione di un viaggio tra Oriente e Occidente, raccontandone le tradizioni musicali, teatrali, coreutiche, della liuteria e del costume. 

L’originale allestimento rievoca i musei di fine Ottocento quando i grandi viaggiatori esploravano terre lontane e semisconosciute, considerate leggendarie. 250 opere tra sculture, bassorilievi, strumenti musicali, costumi, maschere, manoscritti sono stati esposti secondo un criterio di viaggio, trasportando il visitatore dall’Oceano Pacifico fino al Mediterraneo, soprattutto attraverso la musica. Il percorso della mostra si apre con una Venere Paleolitica del II millennio a.C., affiancata da una scultura lignea di antenata dei Naga, popolazione dell’India Myanmar, a cui fa seguito un bassorilievo in scisto dell’arte indiana del Gandhara (I secolo d.C.), manufatti della cultura Sepik della Nuova Guinea e della tradizione giapponese. Sono inoltre esposti manufatti delle culture himalayane - una collezione di statue di bronzo dorato a tema musicale - e cinesi - porcellane e strumenti musicali rari; quelle indocinesi e indonesiane sono invece rappresentate da maschere cerimoniali e statue in bronzo sempre a tema musicale. Vi sono anche numerose testimonianze del sub continente indiano con vari elementi di un antico carro rituale indù e delle culture dell’Asia centrale (strumenti musicali, ceramiche e costumi) di Pakistan, Afghanistan, Iran e Turchia che ricongiunge il mondo balcanico e il Mediterraneo (strumenti musicali, ceramiche, sculture e tessuti). 

L’esperienza di vero e proprio viaggio viene ulteriormente arricchita da un’App, realizzata dalla società Shazarch, che permette al visitatore di vedere gli strumenti animarsi e sentirli suonare. 

La mostra è promossa dalla Fondazione Maitreya e realizzata con il contributo dell'Unione Buddhista italiana in collaborazione con Cappella Orsini Lab ed è a cura di Roberto Lucifero, direttore artistico dello spazio culturale.

Foto: I canti di Eurasia pagina facebook